Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Dino Amenduni, giornalista e blogger su Il Fatto Quotidiano.
Dino ha tracciato un quadro lucidissimo della situazione del giornalismo attualmente in Italia, contraddistinta da due dinamiche divergenti: quella dei giornalisti cosiddetti tradizionali e quella di tantissime figure professionali, in molti casi non giornalisti "puri", che fanno informazione entrando in uno scenario in cui non sarebbe stato possibile entrare fino a pochi anni fa senza un editore (di giornale o televisivo che fosse). [video]
Nonostante questo, secondo l'opinione di Dino, nel lungo periodo sarà possibile individuare le firme più autorevoli e credibili a prescindere dal mezzo utilizzato.
Per quel che riguada il giornalismo televisivo, ci sono altri aspetti da considerare: da un lato i tempi televisivi sono molto diversi dai tempi del web (il telegiornale, ad esempio, ha dei tempi prestabiliti in fasce orarie fisse), dall'altro i talk show politici soffrono di un eccesso di polarizzazione del dibattito.
Raramente infatti la discussione porta a una proposta concreta o a un punto di contatto, ma rimane incentrata su fatti non dimostrabili e guerre di dati e interpretazione di dati: una soluzione che integri gli strumenti del web, in maniera da arricchire il dibattito, secondo Dino è molto probabilmente il destino della televisione. [video]
Abbiamo parlato della recente manovra finanziaria, vista come un insieme di necessità di ordine generale e l'adozione di alcune scelte politiche che nulla avevano a che fare con la manovra (articolo 8 sulle contrattazioni collettive di lavoro ad esempio).
Da questo punto di vista il parere di Dino è negativo, in quanto l'accanimento contro le fasce più deboli lascia trasparire la volontà di far scemare la possibilità effettiva di informarsi e partecipare attivamente alla vita pubblica. [video]
Abbiamo chiesto anche qualche considerazione rispetto all'intervista a Terry De Nicolò, che Dino ha analizzato in dettaglio sia dal punto di vista contenutistico che da quello del linguaggio.
Si tratta fondamentalmente di un quadro fedele di quella che è l'antropologia del sistema di potere berlusconiano, raccontato da una persona che lo conosce bene e inoltre condiviso da una parte non indifferente della popolazione italiana. [video]
Naturalmente abbiamo parlato anche della dieta mediatica di Dino, della situazione degli immigrati, del giornalismo online, utilizzo dei social media da parte di figure politiche, gli attriti tra Lega e PdL e molto altro. [video]
Invito tutti dunque a guardare l'intervista integrale, molto più ricca di informazioni e riflessioni rispetto a questa mia breve sintesi.
Buona visione!
Maria Petrescu
Photo credit: Marco Dabbicco
Intervistato.com | Dino Amenduni
A few days ago we had the pleasure of interviewing Dino Amenduni, Italian journalist and blogger on Il Fatto Quotidiano.
Dino has described in a very clear manner the situation of journalism in Italy, which is characterized by two dynamics: the traditional journalists and the numerous professionals, often not pure journalists, who make information and enter a scenario which wouldn't have been available until a few years ago without an editor (newspaper or television). [video]
Nevertheless, in Dino's opinion, in the long term it will be possible to isolate the most influential and believable signatures regardless of the utilized medium.
As for television journalism, there are other aspects to consider: on the one hand, tv timings are very different than web timings (the news journal, for example, has established times and stable time windows), on the other hand political talk shows suffer from an excess of debate polarization.
Very rarely the discussion actually brings a proposal or a contact point, but it remains anchored to facts that cannot be proved and data with infinite interpretations: a solution that integrates the tools of the web, so that the discussion can be enriched, in Dino's opinion will most probably be the destiny of television. [video]
We've talked about the recent financial maneuver, seen as a series of general needs and the adoption of some political choices that have nothing to do with the actual maneuver (article 8 about the collective contracts, for example).
From this point of view, Dino's opinion is quite negative, because the obstinacy in attacking the lower classes might indicate the will to diminish people's possibility of being informed and participating to the public life. [video]
We have also asked some considerations about the interview with Terry De Nicolò, which Dino has analyzed in detail, both from a content and a linguistic point of view.
It's basically a precise description of the anthropology of the Berlusconi power system, in the words of a woman who knows it very well and shared by an important part of the Italian population. [video]
Of course, we talked about Dino's media diet, the situation of immigrates, online journalism, social media use by politicians, difficulties between Lega and PdL, and much more. [video]
I invite everyone to view the full interview, much richer in information and considerations than my brief synthesis.
Enjoy!
Maria Petrescu
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