Stefano Mizzella, social media strategist in Open Knowledge, ha spiegato che cos'è la gamification e in quali modi questa può essere impiegata nel marketing, per coinvolgere i clienti, gli utenti, ma anche e soprattutto i dipendenti delle aziende per rendere più produttive le attività di business.
Qualche settimana fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Stefano Mizzella, social media strategist in Open Knowledge.
Innanzitutto abbiamo chiesto a Stefano quale sia la sua definizione di gamification: in sostanza si tratta dell'utilizzo del gioco in ambiti che non sono ludici, e che possono spaziare dal marketing alla comunicazione, all'innovazione, collaborazione e business.
Attualmente la gamification sta attraversando una fase di hype, tutti ne parlano ed è diventato un fenomeno alla moda, portando alla creazione di definizione più ortodosse e altre più ibride, ma ad ogni modo è qualche cosa che appassiona. Stefano, pur non essendo un game designer o un esperto di giochi, ne sta seguendo le evoluzioni con attenzione e senso critico.
Il suo maggiore interesse è nel capire in che modo le meccaniche, le dinamiche del gioco possano avere risultati all'interno dell'attività professionale, per coinvolgere meglio sia clienti che dipendenti. [video]
Abbiamo parlato quindi di alcuni esempi di utilizzo delle dinamiche del gioco da parte delle aziende con i propri clienti, primo fra tutti il caso Starbucks in associazione con Foursquare, ma la vera difficoltà è portare il gioco dentro l'azienda, dove ci si scontra con ostacoli molto più grandi. Tutto ciò che è legato all'ambito ludico è visto come una minaccia per l'attività lavorativa, ma in realtà molte delle strategie utilizzate verso l'esterno possono essere portate all'interno per migliorare la produttività. [video]
Alcuni parallelismi sono già evidenti, come la corrispondenza tra la intranet aziendale e Facebook, piuttosto che quella tra il check-in su Foursquare e il timbrare il cartellino: le modalità del gioco possono cambiare in meglio il comportamento. Si tratta quindi di un'applicazione delle dinamiche del gioco non fine a se stessa, ma intesa come vettore di cambiamento su diversi livelli, ovvero collaborazione, innovazione e leadership. [video]
Per quanto riguarda il lato collaborazione, una prima applicazione sarebbe possibile a livello di intranet. Molte aziende pensano che basti avviare l'intranet e tutti gli utenti smetteranno di usare le email e cominceranno ad aggiornare status e a condividere elementi professionali, ma questo non accade quasi mai proprio perché manca il coinvolgimento. Applicare dinamiche del gioco a un contesto di collaborazione interna come la intranet può avere risultati positivi, soprattutto se l'azienda incentiva le dinamiche di competizione e sfida veicolate dal gioco. [video]
L'innovazione può diventare partecipativa, collaborativa: anche i dipendenti di livello medio/basso hanno una voce e possono esprimere la propria idea e la propria opinione. Nascono così le piattaforme di idea management, su cui però a sfidarsi ed entrare in competizione sono le idee, generando competizione anche tra chi quelle idee le ha proposte, magari attraverso un sistema di punti. [video]
Naturalmente non tutto è "gamificabile", le dinamiche del gioco non posso essere applicate, come alcuni dicono, a qualsiasi tipo di prodotto e a qualsiasi tipo di business. I game designer, in particolare, considerano il gioco qualcosa di più importante, che ti deve immergere in un'esperienza ben più significativa di una semplice raccolta di punti. Bisogna quindi capire le reali motivazioni e i reali bisogni dei dipendenti che si vogliono sollecitare attraverso il gioco.
E' difficile infatti coinvolgere i dipendenti in un'ottica comportamentistica, promettendo gadget di valore più o meno alto in cambio della partecipazione alle discussioni. Si deve invece capire come la partecipazione e l'attitudine alla competizione migliora il modo in cui si lavora, portando vantaggi sia per il singolo che per l'azienda. [video]
Abbiamo parlato anche di modelli freemium, dell'evoluzione della gamification in ambito aziendale e le tattiche e le strategie che sarà necessario implementare affinché le applicazioni non rimangano sterili, ma portino ad effettivi benefici.
Invito tutti alla visione dell'intervista, molto più dettagliata e ricca di informazioni rispetto a questa mia breve sintesi.
Buona visione!
Maria Petrescu
10 minutes with Stefano Mizzella
A few weeks ago we had the pleasure of interviewing Stefano Mizzella, social media strategist in Open Knowledge.
First of all we asked Stefano what his definition of gamification is: basically it's the use of game dynamics in context that aren't linked to games, and that can rage from marketing to communication, to innovation, collaboration and business.
At the moment gamification is in a period of hype, everybody's talking about it and it has become an up-to-date feature which leads to the production of several definitions, both orthodox and hybrid, but by any means it's a topic people are very passionate about. Stefano, even though he's not a game designer or a game expert, is following the evolution with great attention.
His main interest is understanding in what ways game mechanics can bring results inside the professional activity, with the goal of engaging both clients and employees. [video]
We talked about some examples of use of game dynamics in businesses, first of all the Starbucks case in association with Foursquare, but the real trick is bringing games inside the company, where you find much greater resistance. Everything that has to do with games is seen as a threat for the working activity, but in reality many of the strategies used towards clients can be brought inside to increase productivity. [video]
Some parallels are already self-explanatory, such as the intranet - Facebook parallel, or the Foursquare check-in - clocking parallel: game dynamics can change behavior and make it better. We're talking about an application of game mechanics that is seen as a vector of change on different levels, collaboration, innovation and leadership. [video]
As for the collaboration aspect, a first possible application would be possible at an Intranet level. Many companies think they will just have to start the intranet and all users will stop using emails and start updating their status and sharing professional content, but this hardly ever happens because there is a severe lack of engagement. Applying game dynamics to an internal collaboration context such as the intranet can bring to positive results, especially if the company incentivates competition dynamics through games. [video]
Innovation can become collaborative: even medium/low level employees have a voice and can express their ideas and opinions. This is how idea management platforms are born, on which ideas compete and generate competition among those who have proposed them through a system of points of badges. [video]
Of course not everything can be "gamified", game dynamics cannot be applied, as some say, to any kind of product or any kind of business. Game designers, in particular, consider games as something more important, that must bring you an experience that goes further than just getting points. Companies must understand the true motivations and real needs of the employees they want to engage through games.
It is very difficult to engage employees in a behavioral optic, by promising gadgets in exchange for participation. They must understand how participating and competition make work better and bring benefits both for the employee and the company. [video]
We also talked about freemium models, the evolution of gamification in companies and the tactics and strategies they will have to implement in order to actually bring benefits to the company.
I invite everyone to view the full interview, much more detailed and rich in information than my brief synthesis.
Enjoy!
Maria Petrescu
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