Durante quest'intervista con Brian Solis, probabilmente uno dei più famosi esperti di social media al mondo, abbiamo parlato di social CRM, co-creation, modelli di business e alcune previsioni riguardo al futuro dell'utilizzo dei nuovi media nelle aziende.
Il primo argomento che abbiamo affrontato insieme a Brian è stato quello della content curation, che ha avuto uno sviluppo notevole nel 2011 e che molto probabilmente continuerà a crescere anche nel 2012, grazie a strumenti più semplici e più agevoli per la fruizione dei contenuti, specialmente per le persone che seguono i content curator. Dall'altra parte questo aspetto ha fatto sì che ci fosse anche una certa diminuzione della produzione di contenuti originali, data la facilità con cui i contenuti possono essere organizzati e proposti ai lettori. [video]
Per quanto riguarda invece l'influenza, Brian è convinto che gli strumenti online disponibili non misurino l'influenza, ma il capitale sociale. L'influenza è la capacità di causare effetti o cambiare il comportamento. Il capitale sociale è qualcosa che non solo si guadagna, ma allo stesso tempo si spende nell'interazione sia nelle reti digitali, sia nella vita reale. [video]
Una domanda sulle startup editoriali ci ha portati a parlare delle media company e delle strategie per migliorare i loro modelli di business: molte di queste, infatti, iniziano con un modello di business tradizionale. E' interessante notare come in questi casi il contenuto diventa il fattore più importante, mentre la pubblicità, come emerge anche da diversi studi, non viene praticamente mai presa in considerazione. Quindi è necessario trovare modalità per rendere la pubblicità degna di essere condivisa, specialmente in un'era in cui è estremamente facile evitarla. [video]
Le media company sono peraltro tra quelle che Brian enumera nel darwinismo digitale, ovvero quel fenomeno che si verifica quando la tecnologia e il comportamento dei consumatori cambia più velocemente della capacità di adattarsi delle aziende. Questi cambiamenti possono però essere una vera opportunità, se si rendono conto di potersi connettere alle "reti umane", far condividere del contenuto interessante e raggiungere così persone che non avrebbero potuto raggiungere altrimenti. [video]
A questo si aggiunge anche il concetto della fine del "destination web", in quanto spendiamo sempre meno tempo andando su siti specifici: se troviamo quel contenuto è grazie a un link su Twitter o su Facebook. E' necessario quindi da una parte rallentare il darwinismo digitale, e uno degli ostacoli più rilevanti è proprio la mancanza di familiarità delle persone che conducono queste compagnie con i nuovi strumenti. [video]
Brian ha anche espresso la sua opinione riguardo all'ipotesi di una evoluzione del social CRM verso la co-creazione. A suo avviso questo non è possibile, proprio perché si tratta di due aspetti ben distinti. Il Social CRM è una serie di processi, tecnologie e metodologie per la gestione delle relazioni con i clienti, mentre la co-creazione è un atto di condivisione di esperienze con la propria rete sociale che ha luogo a prescindere della volontà dell'azienda stessa.
Diventa importante riconoscere qual è l'immagine del proprio brand nel mondo dei consumatori connessi, anche perché la maggior parte delle volte è drammaticamente diversa da quella che l'azienda propone ai clienti.
La co-creazione inizia quando l'azienda riconosce questo mondo e cerca di capire il motivo delle esperienze negative dei propri clienti, per iniziare ad agire con l'intenzione di risolvere queste esperienze. [video]
Uno dei più grandi errori del social media monitoring, secondo Brian, è il fatto che è stata costruita un'infrastruttura intorno a quello che "è", piuttosto che a quello che "non è". Il numero di menzioni, like, follower, commenti non è importante: quello che davvero conta è il numero di menzioni, like, follower e commenti che non ci sono, perché è proprio lì che risiede il futuro del business di un'azienda. Il social media monitoring crea una struttura reattiva, che risponde agli stimoli, mentre la co-creation crea una struttura proattiva, dietro alla quale stanno strategie di crescita che fanno sì che i risultati misurati siano in effetti causati da esse. [video]
In chiusura abbiamo parlato dell'utilizzo dei social media all'interno delle aziende, dei problemi legati alla scarsa comunicazione tra divisioni e a quelle che sono le previsioni di Brian per il futuro dei social media.
Invito tutti a visionare l'intervista completa, molto ricca di riflessioni e informazioni.
Buona visione!
Maria Petrescu
Intervistato.com | Brian Solis
The first topic that we've talked about with Brian was content curation, which has seen a tremendous adoption during 2011 and will probably continue to grow in 2012, thanks to easier and more glamorous sharing tools, especially for those who actually follow the content curators. On the other hand this aspect has caused a decrease of original content production, given how easy it is to organize and share other people's content. [video]
As for influence, Brian is convinced that the online tools that are available don't really measure influence, but social capital. Influence is the ability to cause effect and change behavior. Social capital is something that isn't only earned, but also spent in the interactions in both digital networks and real life. [video]
One question about publishing startups has brought us to talk about media companies and strategies to enhance their business models: many of these actually start with traditional business models. It is interesting to note how in these cases content becomes the most important factor, while advertising, as many studies confirm, is basically iored. So it is necessary to find a way to make advertisement worthy of being shared, especially in an era where it is so easy to skip it. [video]
Media companies are also enlisted by Brian amongst those of digital darwinism, that phenomenon that you can observe when technology and consumer behavior is changing faster than the companies' ability to adapt. These changes can be a true opportunity, if they realize they can plug in to the human networks, and make people share interesting content so that they can reach those users who wouldn't have been reachable otherwise. [video]
We also have to consider the concept of the end of the "destination web", since we spend less and less time going to specific websites: if we find content it is thanks to a Twitter or Facebook link. So it's necessary to slow down digital darwinism, and one of the major obstacles along this way is the fact that the people running these media companies aren't using new tools at all. [video]
Brian has also shared his opinion regarding the hypothesis that social CRM will evolve into co-creation. He doesn't think this is possible, simply because they are two very distinct, parallel aspects. Social CRM is a series of processes, technologies and methodologies for client relationship management, while co-creation is an act of experiences sharing with the social network which happens regardless of whether the company wants it to or not.
It is also important to recognize what the brand's image in the connected consumers' world is, because most of the times it is drammatically different from what the company proposes to clients.
Co-creation starts when the company recognizes this world, tries to understand what causes the negative experiences and starts fixing them. [video]
One of the biggest mistakes in social media monitoring in Brian's opinion is the fact that we've build an infrastructure around what "is", rather than what "isn't". The number of mentions, likes, followers, comments isn't relevant: what really matters is the number of mentions, likes, followers and comments that aren't there, because that's where the future of business lies. Social media monitoring, by nature, creates a reactive structure, that responds to stimuli, while co-creation creates a proactive structure, with growth strategies that actually cause the results that it then measures. [video]
Finally we talked about the use of social media inside companies, the problems caused by the lack of communication between divisions and Brian's predictions on the future of social media.
I invite everyone to view the full interview, much richer in insights and details than my brief synthesis.
Enjoy!
Maria Petrescu
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