E siamo arrivati alla decima intervista per la nostra serie Intervistato Journalism Festival, direttamente dal Festival del giornalismo di Perugia. Questa volta l'intervistato è Beppe Severgnini, noto giornalista e scrittore italiano.
Per primissima cosa abbiamo domandato come vengano percepiti i media italiani all’estero. Sebbene la limitazione linguistica non permetta di sfondare oltre i confini italiano, limitando di fatto il mercato, l’autorevolezza di certi quotidiani è comunque riconosciuta, come ad esempio nel caso del quotidiano Corriere della Sera. [video]
Uno dei principali temi all’ordine del giorno è quello dei modelli di business applicabili ai giornali. Abbiamo quindi chiesto se, ad esempio, quelli utilizzati ora negli USA potrebbero funzionare anche in Italia. Severgnini ci ha risposto che “prima c’è da capire se negli Stati Uniti funzioneranno”, ma prima ancora “il vero problema del nostro mestiere è farci pagare il lavoro in rete”. Un problema che, come sottolinea, è industriale, e che proprio qui al Festival del Giornalismo, in un modo o nell’altro è stato affrontato in molti dei panel.
Il vecchio modello, come ricorda Severgnini, è ormai in grandissima crisi, e inoltre anche quelli alternativi sperimentati fino ad ora non hanno dato quelle certezze tali da poterli assumere a standard. [video]
Se per i contenuti di nicchia per un pubblico specialistico sarà più facile trovare un modello, qualcosa si sta già facendo, per un pubblico generico invece sarà un problema. Qui la risposta ancora deve arrivare, ma “verosimilmente passerà dalla pubblicità e dagli strumenti su cui quei contenuti verranno posti”
Ancora, ricorda Severgnini, ormai è troppo tardi per convincere la gente a pagare per accedere ai contenuti sul sito di un quotidiano online, invece paga e pagherà volentieri ad esempio per avere i contenuti dello stesso quotidiano su iPhone o iPad. [video]
Molte statistiche ormai hanno accertato il calo delle vendite della stampa tradizionale. Severgnini individua una delle cause anche nella disabitudine delle nuove generazioni alla carta e molto più a loro agio nel fruire contenuti e informazioni sui nuovi media digitali.
Abbiamo inoltre parlato di fruizione dei contenuti e di canali su cui essi sono veicolati. Lo stesso Severgnini ci svela che spesso lui non si ricorda nemmeno in che modalità ha fruito dei contenuti di un giornale, se su carta, oppure su tablet, sul sito oppure se tramite link via twitter, e dice che “forse non è nemmeno così importante”. [video]
Poi propone ad Arianna un titolo per il festival dell’anno prossimo: “Il giornalismo online è morto“. Il perché lo spiega subito dopo, descrivendo il giornalismo come l’acqua che scende lungo un torrente, un rigagnolo, per poi trovare le sue vie, i suoi canali. [video]
Buona visione!
Maria Petrescu | @sednonsatiata
Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83
Jacopo Paoletti | @jacopopaoletti
Intervistato.com | Beppe Severgnini #ijf12
And here we are with the tenth interview for the series Intervistato Journalism Festival, directly from Perugia. This time it was Beppe Severgnini's turn, well known Italian journalist and writer.
First things first, we asked how Italian media is seen abroad. Even though the linguistic limitation doesn't allow to go overcome the Italian boundaries, and thus limiting the market, the authority of certain newspaper is recognized all the same, like the Corriere della Sera. [video]
One of the main topics today is the matter of business models that can be applied to newspapers. We asked whether the ones used in the USA might work in Italy as well. Severgnini told us that "first we must understand whether they will work in the USA", but also that "the true problem of our profession is getting the online work paid". A problem that is industrial, as he has specified himself, and that has been widely discussed at the Festival, during the panels.
The old model, as Severgnini recalls, is in great crisis, and moreover the ones that have been experimented till now haven't given such certainties as to make us set them as standard. [video]
If for the niche content for a specialistic audience it will be much easier to find a model, and something is already stirring, it shall be a great problem for broader audiences. Here the answer is yet to arrive, but "it will most probably go through advertising and the tools on which the content will be published".
It's too late to make people pay for content on websites, but they will pay willingly to have the same content on iPhone and iPad. [video]
Many statistics have measured a decrease in the sales of paper newspapers. Severgnini has found one of the causes in the distance between paper and new generations: the latter feel more comfortable enjoying their content and information on other supports, preferably digital.
We also talked about the fruition of content and the channels on which they are transmitted. Severgnini himself confessed to us that he often doesn't remember in which modality he learned a piece of information, whether on the paper, on the tablet, on the website, or through Twitter, and he added that probably it's not that important anyway. [video]
Then he proposes to Arianna a title for next year's festival: "Online journalism is dead". He explained why: journalism is like water flowing down a torrent and then finds its channels and paths. [video]
Enjoy!
Maria Petrescu | @sednonsatiata
Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83
Jacopo Paoletti | @jacopopaoletti
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