La diciottesima intervista di StartupID è con Marc Rougier, fondatore di Scoop.it.
StartupID è la rubrica realizzata in collaborazione con Indigeni Digitali e dedicata al mondo delle startup.
Innanzitutto Marc ha spiegato le due ragioni per cui è nata la sua piattaforma di content curation: in primo luogo lui e il socio erano letteralmente innamorati dei social media, ma purtroppo non avevano tempo per produrre contenuti. Hanno così individuato un bisogno, che è quello di chi vuole esprimersi riguardo a un certo argomento ma non ha il tempo per scrivere e tenere un blog.
In secondo luogo perché avevano un’altra piattaforma, che utilizzavano per pubblicare contenuti organizzati in macro-argomenti. Col tempo gli utenti hanno però espresso la necessità di avere contenuti sempre più di nicchia, e dunque sono arrivati alla decisione di dare la possibilità a tutti di diventare curatori e pubblicare: in questo modo è la comunità stessa a curare gli argomenti. [video]
Per quanto riguarda gli elementi costituienti di questo servizio, abbiamo chiesto a quali altre piattaforme si sono ispirati: secondo Marc quando si fanno attività sul web non si “inventa la ruota”, ma si trae appunto ispirazione. Si usano diversi servizi, e si selezionano quelle cose che funzionano meglio e hanno più senso per quel che si vuole fare. La curation è definita dalla selezione, dall’editing e dalla condivisione. [video]
Per cominciare a pubblicare con Scoop.it
ed avere la propria rivista, dunque, basta avere una passione e un certo grado di expertise su un determinato argomento. Se questi ci sono, la piattaforma renderà semplicemente più semplice pubblicare. Basta registrarsi con il proprio account Twitter o Facebook e quindi inserire alcune parole chiave nel sistema riguardanti l’argomento scelto. Scoop.it interroga tutti i motori di ricerca, le API dei vari servizi social e così via, per cercare contenuti e proporli al curatore, che poi deciderà che cosa pubblicare.
Selezionare, modificare, condividere: una volta che la rivista è pronta, la si può condividere e collegare alla propria presenza sociale online, spingendo i contenuti sui vari canali. [video]
Per quanto riguarda i numeri, sono stati raggiunti 3 milioni di utenti unici, senza aver investito in marketing, ma basandosi solamente sul passaparola. La crescita si assestava sui 30 – 35%, con un leggero calo durante il periodo di Natale.
La maggioranza degli utenti di Scoop.it infatti sono aziende e professionisti che usano la piattaforma per motivi di lavoro. Per esempio, il caso più frequente è quello di aziende convinte che il web sia fondamentale: hanno un account Twitter, una fanpage su Facebook, un blog o un sito, ma questi sono solamente elementi infrastrutturali. Per alimentarli di contenuti si utilizza Scoop.it, specialmente se l’azienda è piccola e non può permettersi di assumere un’agenzia di comunicazione. [video]
Gli obiettivi per il futuro sono senz’altro far sì che la value proposition sia capita, promuovere i pacchetti a pagamento e infine portare Scoop.it e la content curation su dispositivi mobile, in modo particolare sull’iPad.
Il piano free dà tutti i diritti descritti finora. Il piano pro, il più economico tra quelli a pagamento, offre anche analytics e la possibilità di delegare la curation a membri di un team. Il piano business, il più costoso, dà la possibilità alle piccole e medie imprese di avere un vero e proprio sito, con l’URL personalizzata, graphic chart, layout personalizzabile e topic completamente customizzabili. [video]
Vi invito a vedere l’intervista, decisamente più ricca di dettagli e spunti.
Buona visione!
Maria Petrescu | @sednonsatiata
StartupID | Marc Rougier of Scoop.it
Our eighteenth interview for StartupID is with Marc Rougier, founder of Scoop.it.
First of all Marc explained the two reasons his content curation platform was born: first, he and his associate were literally in love with social media, but unfortunately had no time to produce content. So they spotted a need, that of people who want to express themselves regarding a certain topic but have no time to write and keep a blog.
Secondly because they already had another platform, which they used to publish content organized in topics. In time users expressed the need to have content that was more and more specialized, so they came to the conclusion that the best thing to do was to give the possibility to everyone to become curators and publish: this way it is the community itself that curates topics. [video]
As for the characteristics of this service, we asked which platforms they got inspiration from: in Marc's opinion when you do something on the web you don't "invent the wheel", you get inspired. You use different services, select the things you like and work best and make sense for what you want to do. Curation is defined by selection, editing and sharing. [video]
To start publishing with Scoop.it and set up your own magazine, the only thing you need to have is passion and a certain expertise regarding a particular topic. If you have that, the platform will simply make it easier for you to publish. You just need to log in with your Twitter or Facebook account and insert a few keywords about the chosen topic in the system. Scoop.it interrogates all the research engines, APIs of several social networks and so on, and then proposes the content to the curator, who decides what to publish.
Select, edit, share: once the magazine is ready, you can share it and connect it to your online social presence, pushing content on different channels. [video]
As for numbers, they have already reached 3 milion unique users, without even investing in marketing, but only relying on word of mouth. The growth, at the moment of the interview, was of 30-35%, with a slight reduction during the Christmas period.
The majority of Scoop.it users are in fact companies and professionals that use the platform for work reasons. For example, the most frequent case is that of companies convinced that the web is vital: they have a Twitter account, a Facebook fanpage, a blog or a website, but these are only infrastructure. They need content, so they rely on Scoop.it, especially if the company is small and can't afford to hire a communication agency. [video]
The goals for the future are without a doubt making sure that the value proposition is understood, promoting paid packages and finally bringing Scoop.it and content curation on mobile devices, particularly the iPad.
There are three levels as for plans: the free plan gives you all the stuff we talked about until now. The PRO plan, the cheapest among the paid ones, also offers analytics and the possibility to delegate curation to members of a team. The Business plan, the most expensive, gives the possibility to small and medium companies to have a website, with a personalized URL, graphic charts, customizable layout and fully customizable topics. [video]
I invite you to view the interview, much richer in details than my synthesis.
Enjoy!
Maria Petrescu | @sednonsatiata
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