▼ Il tweet del giorno

martedì 31 luglio 2012

10minuticon Francesco Lanza @bedrosian



Pochi giorni fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Francesco Lanza, autore satirico noto per la serie di risposte satiriche rivolte a VIP e politici sui social network, in particolar modo Facebook e Twitter.


E infatti la prima domanda che abbiamo fatto è stata come è iniziata questa serie: Francesco ci ha rivelato che è iniziato tutto su Facebook con un post ormai divenuto celeberrimo, in risposta a Barbara D'Urso. Dopo aver ragionato sul commento da fare, ha trovato il post giusto, ovvero uno in cui Barbara parlava con leggerezza del suo prossimo libro. Data la sua esperienza con case editrici e lavori di copywriting, e conoscendo le difficoltà che hanno i giovani scrittori per emergere, e le umiliazioni che subiscono, ha creato il personaggio del "negoziatore", che tenta di persuaderla a mettere giù la penna. [video]

Abbiamo chiesto a Francesco che cosa è per lui la satira. Si tratta di una cosa che a suo avviso è una finestra di evasione che consente di fare un esercizio mentale bellissimo, ovvero quello del pensiero laterale. E' un modo per aprire un piccolo spiraglio verso una visione obliqua della cosa, che possa evidenziare le incongruenze del soggetto "colpito". La satira in Italia è inoltre definita dalla Cassazione con la sentenza nr. 9.246 del 2006: la satira, come dicevano i latini, "Castigat ridendo mores". Attraverso il sorriso cerca di far emergere i comportamenti distorti o poco pulitici, piuttosto che quelli che sono poco rispettosi della gente comune. [video]

Nelle ultime settimane sono state fatte diverse riflessioni sul fatto che, fino a che i VIP e i politici non erano sui social media, avevano comunque filtri, barriere e protezioni contro "scivoloni" mediatici. Ora, invece, è sempre più evidente che il re è nudo. Secondo Francesco, Internet è un "animale" che risponde addosso, e restituisce le incoerenze che vengono pubblicate. Potrebbe anche essere un'ottima livella culturale, se solo la si volesse usare. [video]

Abbiamo chiesto anche come pensa che stia cambiando il rapporto tra cittadini, giornalisti e politici alla luce delle dinamiche che si stanno andando a delineare in questo periodo. Secondo Francesco un dato interessante è che la satira su Internet sta diventando partecipativa. Spinoza ne è un ottimo esempio, dato che vi scrivono anche autori professionisti, non solo gente comune. [video]

Si parlava anche dell'opportunità, da parte dei politici, di gestire l'account in prima persona o no: secondo Francesco alcuni farebbero bene a non gestire il proprio account in prima persona. Molto spesso sono vulnerabili alla battuta intellettuale, alla presa in giro satirica, specialmente perché prendono il mezzo come unidirezionale, un canale da uno a molti, quando in realtà dovrebbero pensare che la cosa che sta scrivendo è diretta a ognuno dei loro follower. [video]

Ultimamente ci sono state diverse riflessioni anche sulla necessità di trovare giornalisti sempre più aggressivi per intervistare i politici, a meno di rischiare che il giornalista stesso venga accusato di essere asservito al potere. Secondo Francesco i giornalisti con "la schiena dritta" esistono ancora, e non hanno paura a fare domande: il problema diventa spesso la sbrigatività con cui vengono gestite le notizie, e la volontà di arrivare per primi porta a molta superficialità. [video]

Vi invito a visionare l'intervista integrale, senz'altro più ricca di questa mia breve sintesi.

Buona visione!

Maria Petrescu | @sednonsatiata


10minuteswith Francesco Lanza

A few days ago we had the pleasure of interviewing Francesco Lanza, satyrical author known for the series of satyrical answers to VIPs and politicians on social networks, in particular Facebook and Twitter.

The first question we asked was how the series started: Francesco revealed that it all started on Facebook with a post now become famous, an answer to Barbara D'Urso. After thinking about what to write, he found the right post, one in which Barbara talked lightly about her upcoming book. Given his experience with publishers and copywriting jobs, and knowing what difficulties young writers encounter on the path to fame, and the humiliations they have to suffer, he created the character of the "negatiator", that tries to convince her to put down the pen. [video]

We asked Francesco what satire is for him. It is an escape window that allows a beautiful mental exercise, lateral thinking. It's a way to open a little perspective towards an oblique vision of reality, that can evidentiate the incoherences of the subject. Satire in Italy has also been defined by Cassazione with the verdict nr 9.246 of 2006: satire, as the Latins called it, Castigat ridendo mores. Through a smile it attempts to highlight the behaviors that are distorted or not clean, or those that are disrespectful of common people. [video]

In the last few weeks several discussions have been made about the fact that, until VIPs and politicians didn't have access to social media, they had filters, barriers and protections against media "fails". Now, however, the king is obviously naked. Francesco believes that Internet is an animal that answers and gives you back the stupidities you write. It could also be a great cultural standard, if used appropriately. [video]

We asked how he thinks that the relationship between citizens, journalists and politicians is changing, considering the dynamics that are being defined during these months. He thinks that an interesting thing is that satire on the Internet is becoming partecipative. Spinoza is a great example, since professional authors write there along with common people. [video]

There has been a lot of talk about how appropriate it is for politicians to manage their own social media accounts in person: Francesco thinks that some would better not do so. They are very often vulnerable to the intellectual joke, the satyrical mocking, especially because they take the means as one directional, a channel that delivers from one to many, when in reality they should thnk that what they're writing is directed to each and every one of their followers. [video]

Lately we've also talked about the need to find journalists that are more and more aggressive to interview politicians, because otherwise the journalists themselves risk to be accused of being servants of power. Francesco states that there still are journalists with a backbone, who aren't afraid of asking questions: the problem often becomes the haste in which many news are handled, and the willingness to come first only brings superficial results. [video]

I invite you to view the full interview, much richer than this brief synthesis.

Enjoy!

Maria Petrescu | @sednonsatiata

sabato 28 luglio 2012

Il coraggio ritrovato del cinema italiano



Per parecchi anni il cinema italiano è rimasto bloccato come in un limbo fatto di commedie sguaiate e melodrammi di coppia fotocopia. Poi è successo qualcosa. Piano piano, forse, il paese è cambiato e con lui anche il modo di raccontarlo.

C'è stato un momento in cui il cinema italiano si era come fossilizzato a raccontare storie d'amore, drammi o melodrammi famigliari. Persino Tarantino, che non si può certo definire un detrattore della settima arte italica in maniera forse non troppo delicata aveva avuto a dire:

I nuovi film italiani sono deprimenti. Le pellicole che ho visto negli ultimi tre anni sembrano tutte uguali, non fanno che parlare di: ragazzo che cresce, ragazza che cresce, coppia in crisi, genitori, vacanze per minorati mentali. Che cosa è successo? Ho amato così tanto il cinema italiano degli Anni 60 e 70 e alcuni film degli Anni 80, e ora sento che è tutto finito. Una vera tragedia”.

E io mi ero trovato d'accordo. Eppure di storie da raccontare ce n'erano parecchie. Storie di un paese che non era, e non è, solo amori infranti e commedia. C'era un'Italia che stava, e che sta ancora, marcendo, avvinghiata alle sue convinzioni antiquate, c'era un'Italia buia che aveva perso la strada e cercava di ritrovarla a colpi di manganello e sotterfugi politici. C'era un paese che non si discostava troppo da quello raccontato dai Rosi, Petri o Damiani, solo ora non lo si raccontava più. O forse semplicemente molto meno, in maniera diversa. Più opaca. Di tanto in tanto Moretti, resisteva Bellocchio, ma poco altro. Negli ultimi anni invece qualcosa pare cambiato, come se un velo fosse stato improvvisamente rimosso, aprendo nuovamente gli occhi. Forse siamo ancora lontani ma la strada è quella.

E così vecchi maestri e nuove leve hanno ripreso a narrare quella faccia del paese fatta di ombre. Garrone ci ha portato nella Scampia della Camorra trasponendo sullo schermo il  "Gomorra" di Saviano, Sorrentino ha raccontato una fase politica del paese attraverso la rilettura della vita di Andreotti con "Il Divo", Vendemmiati documentava il caso Aldrovandi con "E' stato morto un ragazzo", Sollima ha provato ad addentrarsi nei meandri psicologici e non solo della Celere con "A.C.A.B", Vicari ci ha portato dentro la "Diaz", Crialese e Lombardi hanno provato, a loro modo, a parlare di migranti con i rispettivi "Terraferma" e "Là bas". Ancor prima Moretti aveva trasfigurato l'Italia Berlusconiana nel suo "Caimano" e Bellocchio col suo "Buongiorno, Notte" ci avevava raccontato la sua versione del Caso Moro e ora torna a raccontare le contraddizioni di un paese che promette sempre di guardare avanti ma lo fa inevitabilmente voltandosi indietro, come una sorta di maledizione. Lo fa attraverso un tema delicato come quello del fine vita, lo fa con un film, "Bella Addormentata", che porta intrinseca una storia e un nome simbolo di quella battaglia: Eluana Englaro. Questi sono alcuni esempi, ma ne potremmo inserire per fortuna molti altri.

E' un cinema che torna ad aprire gli occhi, che mette da parte alcune paure e sudditanze psicologiche, che si prova a rialzare nonostante tagli continui e indiscriminati al settore dello spettacolo. Un cinema che prova nuovamente a scuotere le coscienze dello spettatore mettendolo davanti alla fotografia di un paese che a lungo ci è stata negata. Ma è anche un cinema che può, e lo ha dimostrato, tornare commercialmente competitivo senza scendere al compromesso della commedia facile e scontata scommettendo sull'intelligenza del pubblico fino ad oggi fin troppo svilita.

Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83


The refound courage of Italian cinema

For many years the Italian cinema has remained blocked in a limbo made of vulgar commedies and melodramas of copy paste. Then something happened. Slowly, maybe, the country has changed and with it the way to tell its story.

There was a moment when Italian cinema was fossilized telling love stories, dramas or family melodramas. Even Tarantino, who cannot be considered a critic of the seventh Italian art in a not very delicate manner had said:

"The new Italian movies are depressing. The movies I've seen in the last three years seem all the same, they don't anything but talk about : growing boy, growing girl, couple in crisis, parents, vacations of mentally impaired. What happened? I loved the Italian cinema of the 60s and 70s, and some movies of the 80s, and now I feel it's all finished. A real tragedy."

And I agreed. And yet, there was an abundance of stories to tell. Stories of a country that wasn't, and isn't, only broken love stories and commedies. There was an Italy that was and still is rotting, chained to its antique beliefs, there was a dark Italy that had lost the way and was trying to find it again with blackjack strikes and political shortcuts. There was a country that wasn't too far away from the one told by Rosi, Petri or Damiani, only that it wasn't told anymore. Or simply much less, in a different manner. More opaque. Every now and then Moretti, Bellocchio resisted, but not much more. In the last few years something seems to have changed, as if a veil had suddenly been removed, opening the eyes again. Maybe we're still far away, but that's the road.

And so old masters and new forces have started telling that face of the country made of shadows. Garrone has taken us into the Scampia of the Camorra putting on screen Saviano's Gomorra, Sorrentino has told a political phase of the country through the life of Andreotti with "Il Divo", Vendemmiati documented the Aldrovandi case with "A boy was dead", Sollima tried to go into the psychological paths and not only of the police with "A.C.A.B.", Vicari took us inside the "Diaz", Crialese and Lombardi have tried, in their own way, to talk about immigrants with "Terraferma" and "Là bas". Before that Moretti had transfigured the Berlusconian Italy with "Il Caimano" and Bellocchio with his "Good day, Night" has told his version of the Moro case and now he tells the contradictions of a country that always promises to look forward but always does so by looking back, like some sort of curse. He does so with a delicate topic as the end of life, with a movie "Sleeping beauty", that carries inside it a story and a name that are symbols of that battle: Eluana Englaro. These are only a few examples, but fortunately we could list many more.

It's a cinema that open eyes again, that puts aside some fears and psychological slaveries, that tries to rise in spite of the continuous cuts to the budget of showbusiness. A cinema that tries again to move the viewer's conscience by putting him in front of the photography of a country that has too long been denied to us. But it is also a cinema that can, and it has proved it, to be commercialy competitive without compromising with easy commedies and betting on the intelligence of the public, which has been too much insulted until today.

Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83

venerdì 27 luglio 2012

Prossimamente: Giuseppe Granieri @gg



Fra qualche giorno avremo il piacere di intervistare Giuseppe Granieri, uno dei maggiori esperti italiani di comunicazione e culture digitali. 

Nato nel 1968, si è laureato in lingua e letteratura spagnola. La passione per il «nuovo» lo ha portato dalla narratologia (sua antica e forse non sopita fissazione) ad occuparsi a tempo pieno di innovazione.

Lui stesso sostiene che "l'innovazione è una cosa buffa: essendo un processo (e non un prodotto) mi consente di occuparmi spesso di cose nuove: dalla progettazione di musei al design di ambienti collaborativi in diversi ambiti, da quelli ministeriali a quelli accademici, da quelli aziendali a quelli culturali e turistici.
La verità è che mi diverto, prima di tutto a «sporcarmi le mani» sperimentando cose."

Ha scritto diversi libri e collabora con alcune testate, tra cui L'Espresso e La Stampa; inoltre insegna (a contratto) all'Università di Urbino.

Avremo modo di parlare di cultura digitale, comunicazione online, alcuni tra i più eclatanti paradossi nell'utilizzo dei social media che abbiamo visto negli ultimi tempi, nonché di strategie per aziende e politici.

Naturalmente vi invitiamo come sempre a inviare le vostre domande attraverso il form di Responsa qui sotto.

Maria Petrescu | @sednonsatiata






Coming up soon: Giuseppe Granieri

In just a few days we'll have the pleasure of interviewing Giuseppe Granieri, one of the biggest Italian experts of communication and digital cultures.

Born in 1968, he graduated in Spanish Literature. The passion for "new" has brought him from narratology (an old and maybe never forgotten passion) to deal with innovation full time.

He says that "innovation is a curious thing: being a process (and not a product), it allows me to always deal with new things: from projecting museums to designing collaborative environments in several fields, from ministeries to accademical ones, from business to cultural and touristical ones. The truth is that I have a lot of fun, first of all 'getting my hands dirty' experimenting stuff."

He has written a few books and collaborates with several publications, among which L'Espresso and La Stampa, and he also teaches at the University of Urbino.

We'll have the chance to talk about digital culture, online comunication, some of the most incredible examples of social media usage that we've seen in the last few months, and strategies for companies and especially politicians.

Of course, we await your questions via the form below!

Maria Petrescu | @sednonsatiata

giovedì 26 luglio 2012

10minuticon Giacomo Cannelli @giacomocannelli



Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Giacomo Cannelli, autore satirico e ideatore della serie di video su Federico Pizzarotti per Valigia Blu.


Innanzitutto abbiamo chiesto come è nata la serie, e Giacomo ci ha rivelato che lo spunto è venuto dalla lettura delle "avventure" della giunta di Parma da una parte, e dal fatto che nessuno l'avesse mai fatto dall'altra. Il Movimento 5 Stelle è un soggetto nuovo a livello satirico, ed è un unicum in quanto fare satira su un comico è straordinariamente difficile. [video]

Abbiamo chiesto a Giacomo che cosa è per lui la satira, alla luce dei commenti ricevuti dai suoi video: a suo avviso la satira è stravolgere le carte, rivoltare una storia per raccontarla in un modo diverso, dando un altro punto di vista. E' impossibile tuttavia stabilire cosa faccia ridere oppure no, e il motivo per cui una persona ride per una particolare battuta oppure no. [video]

Giacomo ha raccontato anche come costruisce le storie per i suoi video: la più grande fonte di ispirazione sono le chiacchierate, conversazioni in cui nascono e si sviluppano le idee per l'impalcatura degli sketch. In seguito le parti vengono registrate separatamente e quindi montate. [video]

Uno degli esempi di satira più apprezzata da Giacomo è quella di Corrado Guzzanti, l'unico che riesce a trovare le chiavi di lettura più assurde, ma che allo stesso tempo sembra stanco: il nostro è un paese in cui oramai non si capisce più chi prende in giro chi, dato che persino il modo di parlare dei politici e di chi fa satira si sta uniformando. [video]

Abbiamo chiesto a Giacomo che cosa ne pensa dell'insofferenza dei grillini nei confronti di chi fa satira sul Movimento 5 Stelle e su Grillo. La satira si può fare su chiunque, solo che secondo Giacomo farlo su di loro è più complicato semplicemente perché la rete è "la loro terra". Non sono abituati, e il risultato è una critica feroce nei confronti di chiunque vi si cimenti. [video]

Un'altra domanda riguarda il modo in cui i social media hanno alterato il modo di fare e fruire la satira: a suo avviso ora ci sono "più satire", più di nicchia, e più spazio per tutti. Una varietà che permette di vedere una comicità che altrimenti sarebbe impossibile vedere in televisione. [video]

Infine abbiamo chiesto a Giacomo come evolverà la satira in futuro: il problema, a suo avviso, è monetizzare quello che uno fa. Grazie a YouTube abbiamo assistito a un grande cambiamento  in termini di entertainment mainstream, ma finché non si trova un modo per finanziare questo tipo di realtà, sarà difficile creare qualcosa di veramente  solido. Un video diventa difficilmente virale solo grazie al passaparola, ed è comunque necessario finire su Corriere o Repubblica per venire notati, anche per una certa reticenza degli utenti a condividere i contenuti che non li trovano concordi a livello politico. [video]

Purtroppo la satira in Italia è di squadra: non si ride di tutti, si ride solo da una parte.
Buona visione!

Maria Petrescu | @sednonsatiata


10minuteswith Giacomo Cannelli

A few days ago we had the pleasure of interviewing Giacomo Cannelli, satirical author and creator of the video series about Federico Pizzarotti for Valigia Blu.

First of all we asked how the series was born, and Giacomo told us that the idea came from reading about the "adventures" of the Parma council on the one side, and from the fact that nobody had ever done anything like it before on the other. The Movimento 5 Stelle is a new subject from a satirical point of view, and it is quite unique because making fun of a comedian is an incredibly difficult task. [video]

We asked Giacomo what satire is for him, in the light of the comments that his videos received: he believes that satire is turning cards upside down, twisting a story to tell it in a different way and giving a new point of view on it. It is impossible, though, to establish what makes people laugh and what doesn't, and the reason why someone laughs at one particular joke or not. [video]

Giacomo has also told us how he builds the stories for his videos: the biggest source of inspiration are talks, conversations in which ideas are born and developed. The different characters are then recorded separately and then merged together. [video]

One of the examples of satire that Giacomo loves the most is that of Corrado Guzzanti, the only one that manages to find the most absurd reading keys, but that at the same time seems tired: ours is a country in which we can't understand who's making fun of whom, since even the way politicians and their imitators talk is becoming uniformed. [video]

We asked Giacomo what he thinks about the aggressivness of Grillo followers towards those who do satire about the Movimento 5 Stelle. Satire can be done about anyone, but Giacomo believes that doing it about them is more difficult because the web is "their land". They're not used to it, and the result is a ferocious criticism towards anyone who does satire about them. [video]

Another question was about the way social media have altered the way of doing and enjoying satire: he believes that now there are several satires, more "customized", and more space for everybody. A variety that allows us to see a comicity that would have otherwise been impossible to see in television. [video]

Finally we asked Giacomo how satire will evolve in the future: the biggest problem in his opinion is monetizing this kind of activity. Thanks to YouTube we've seen a great change in terms of mainstream entertainment, but until we find a way to finance this kind of reality, it will be difficult to build something solid. A video rarely becomes viral only thanks to word-of-mouth, you have to end up on Corriere or on Repubblica to get noticed, also because of a certain unwillingness of users to share content they don't agree on at a political level. [video]

Unfortunately satire in Italy is team divided: you don't laugh of everyone, you only laugh of one side.

Enjoy!

Maria Petrescu | @sednonsatiata

lunedì 23 luglio 2012

StartupID | Paolo Mulè @paolomule di Overblog



La ventesima intervista di StartupID è con Paolo Mulè di Overblog.



StartupID è la rubrica realizzata in collaborazione con Indigeni Digitali e dedicata al mondo delle startup.

Innanzitutto abbiamo chiesto a Paolo che cosa è Overblog: si tratta di una piattaforma di blogging nata in Francia nel 2004, in un momento in cui il mercato sentiva l’esigenza di quel tipo di prodotto. La vecchia versione di Overblog aveva infatti delle funzioni social native di community e forum.

I numeri sono molto interessanti: classificata come la piattaforma di blogging europea più grande, conta 32 milioni di visitatori unici al mese, e ben 2 milioni di blog esistenti. La vecchia versione esisteva anche in Italia, che poteva vantare 45.000 blog e più di un milione e mezzo di visitatori unici mensili.

Alla fine del 2011 il team di Overblog ha deciso di ripensare integralmente il prodotto, partendo con un grande progetto di crowdsourcing che ha coinvolto 500 blogger provenienti da 5 diversi paesi. A partire da questo progetto di confronto, raccolta di idee e brainstorming sociale, si sono poste le basi della nuova piattaforma, completamente ripensata tenendo conto delle differenze nel panorama web rispetto a quando la vecchia versione era stata lanciata.

Si è pensato dunque di costruire qualcosa che si integrasse in modo nuovo e impensato con tutte le piattaforme social che già esistevano, e quindi il fulcro è un’integrazione profonda e bilaterale con i social, non solo a livello di condivisione e output di contenuti, ma anche e soprattutto a livello di input e importazione dei contenuti. E’ possibile importare contenuti dai propri account sociali in base ad alcuni filtri e regole predefinite, per poi trattarli come blogpost. Questo è l’aspetto che differenzia Overblog da un aggregatore: ogni contenuto può essere modificato, arricchito, riveduto e integrato con nuove informazioni nella maniera che l’utente preferisce.

Abbiamo chiesto come vengono dunque trattate le interazioni su Overblog: non trattandosi di un social network ma di una piattaforma di pubblicazione, Overblog tratta le interazioni nella maniera in cui siamo abituati a vederle all’interno di un blog, con qualche aggiunta: un’interfaccia di commenti nativa, e la possibilità di integrazione con Disqus e Facebook Comments, con tutti gli aspetti di diffusione che ne conseguono.

Giovanni Scrofani sostiene che “Overblog ha stabilito un passaggio dal textual blogging al visual blogging“: l’utente ha la possibilità di agganciare i propri profili social e importare contenuti, oppure utilizzare l’editor di creazione del post, composto a sezioni attraverso le quali è possibile pubblicare diverse tipologie di contenuto in maniera modulare, e riposizionate con un semplice drag & drop.

I social attualmente disponibili per la sincronizzazione sono Facebook, Twitter, Instagram, Foursquare, YouTube e Flickr, e molto presto vedremo anche Pinterest, Google + e Linkedin.

Abbiamo chiesto se la piattaforma sarà mai a pagamento e quale è il modello di business: Paolo ci ha rivelato che Overblog rimarrà sempre gratuito per quel che concerne le funzionalità base. Saranno disponibili delle funzionalità premium a pagamento, ma per ora non sono ancora state definite con precisione.

Quanto al modello di business, si tratta di un classico modello advertising, con distribuzione di pubblicità in target contestuale agli argomenti e ai temi del blog. Inoltre Overblog propone agli utenti un modello di revenue share: se l’utente decide di ospitare pubblicità all’interno del proprio blog, allora viene attivato un programma di condivisione dei ricavi con il blogger stesso.

Abbiamo parlato anche delle future implementazioni e delle prospettive per i prossimi 6 – 12 mesi, quindi vi invito a vedere l’intervista, decisamente più ricca di dettagli e spunti.

Buona visione!

Maria Petrescu | @sednonsatiata


StartupID | Paolo Mulè of Overblog

Our twentieth interview for StartupID is with Paolo Mulè, country manager of Overblog.

First of all we asked Paolo what Overblog actually is: it is a blogging platform born in France in 2004, at a time when there was a particular need in the market for that kind of product. The old version of Overblog had some native social functions of community and forum.

The numbers are very interesting: classified as the biggest European blogging platform, it counts 32 milion unique visitors a month, and 2 milion existent blogs. The old version existed in Italy as well, and counted 45.000 blogs and more than one milion and a half unique montly visitors.

At the end of 2011 the Overblog team decided to entirely rethink the product, with a great crowdsourcing project that involved 500 bloggers from 5 different countries. Starting with this confrontation project, gathering of ideas and social brainstorming, the bases for the new platform were laid, completely rethought considering the differences in the web scenario compared to the year the old versione was launched.

The idea was to build something that could integrate in a new and innovative way with all the social platform that already existed, so the pillar is a deep, bilateral integration with social networks, not only at a sharing and content output level, but also and foremost at an input and content import level. It's possible to import contents from social accounts, based on rules and filters, and then treat them as blogposts. This is the aspect that differentiates Overblog from an aggregator: each content can be modified, enriched, reviewed and integrated with new info in any way the user likes.

We asked how interactions are treated on Overblog: it is important to stress that Overblog is not a social network but a publication platform, and it treats interactions in the same way we're used to see them treated inside blogs, with a few add-ons. A native comment interface and the possibility of integration with Disqus and Facebook Comments, with all the diffusion aspects that follow.

Giovanni Scrofani said that "Overblog has established the passage from textual blogging to visual blogging": the user has the possibility to link the social profiles and import contents, or use the editor to create posts, which is composed by sections that allow to publish several types of content in a modular fashion, and reposition them with a simple drag & drop.

The social networks that are currently available for sincronization are Facebook, Twitter, Instagram, Foursquare, YouTube and Flickr, and soon enough we'll see Pinterest, Google + and Linkedin.

We asked whether the platform will ever be paid, and what their business model is: Paolo has revealed that Overblog will always remain free as for basic functionalities. Some premium functions will be available, but for now there's nothing definitive.

As for the business model, it is a classical advertising model, with distribution of contextual in target ads that are coherent with the blog topics. Furthermore, Overblog proposes to users a revenue share model: if the user decides to host advertising on the blog, a revenue sharing program is activated with the blogger.

We also talked about future implementations and the perspectives for the next 6 - 12 months, so I invite you to view the interview, definitely much richer in details and insights.

Enjoy!

Maria Petrescu | @sednonsatiata

domenica 22 luglio 2012

#spendingreview: perché serve e perché non basta



Si è parlato molto del provvedimento prodotto dal Governo Monti sulla revisione della spesa pubblica, diversamente noto come spending review. Ho tentato di fare il punto sul decreto legge montiano, cercando di entrare nel merito sul perché sia necessario e del perché potrebbe non essere sufficiente.

● Cos'è la Spending Review?

Con l'inglesismo spending review (più semplicemente, revisione della spesa pubblica) si identifica quel processo volto a migliorare l'efficienza e l'efficacia della macchina statale nella gestione della spesa pubblica attraverso la sistematica analisi e valutazione delle strutture organizzative, delle procedure di decisione e di attuazione, nonché dei singoli atti all'interno dei programmi, e ovviamente dei relativi risultati. In ogni caso ha senso se analizza realmente più il come si spende che il quanto.

Significa ad esempio che i capitoli di spesa di uno o più ministeri vengono passati al vaglio per vedere cosa può essere tagliato (entrando nel merito del taglio, da un punto di vista strettamente funzionale), per scoprire se ci sono sprechi o casi di inefficienza. Nel caso italiano la revisione della spesa pubblica investe sia gli acquisti delle amministrazioni centrali (come i ministeri) che di quelle perifiche (come regioni, province e comuni).

In definitiva, il principio dell'operazione dovrebbe essere quello di identificare spese che non contribuiscono a raggiungere gli obiettivi che sono stati affidati alle diverse amministrazioni o che li raggiungono solo in maniera inefficiente, a fronte di spese molto più alte del necessario.

 Breve cronistoria del provvedimento

La revisione di spesa italiana concepita dal Governo Monti viene presentata nel Consiglio dei Ministri n. 38, il 6 luglio 2012.

Fonte: Ansa - Centimetri
Il nuovo provvedimento, che è stato varato sotto forma di decreto legge, dovrebbe consentire un risparmio iniziale di 4,5 miliardi di euro per quest’anno (questo dovrebbe garantire che l'aumento dell'Iva non avvenga prima del luglio 2013). Salvo cambiamenti, ha spiegato il governo,nel 2013 il denaro risparmiato dovrebbe essere pari a circa 10,5 miliardi di euro.

Già nel 2006 in Italia si era tentata un'operazione di questo tipo con Tommaso Padoa Schioppa, allora ministro dell'Economia e delle Finanze del secondo governo Prodi: fu avviata infatti in via sperimentale dalla legge finanziaria per il 2007 e trasformata successivamente in programma permanente ad opera della legge finanziaria per il 2008. La Finanziaria 2007 creò poi una commissione che si occupasse proprio della finanza pubblica.

«Il passaggio a un bilancio classificato per missioni e programmi – disse Schioppa - pose le premesse sia per una consapevole discussione politica degli obiettivi e delle priorità da realizzare attraverso la spesa sia per una gestione responsabile delle risorse da parte delle amministrazioni». In quell'anno, rivendicò l'allora ministro, queste analisi permisero un risparmio di 700 milioni di euro.

La razionalizzazione della spesa pubblica è comunque un processo che è stato già avviato anche in altri paesi, come il Regno Unito, il Canada, l'Olanda, la Nuova Zelanda e la Francia (quest'ultima fece la sua prima operazione di revisione della spesa pubblica nel 2008 con l'operazione la Revue Générale des Politiques Publiques).

 Aumento dell'Iva (forse) nel 2013?

Per cancellare definitivamente lo spettro dell'Iva, serviranno altri 6,7 miliardi di euro sia per il 2013 che per gli anni successivi. A quest'obiettivo sarà finalizzata la revisione delle cosiddette «tax expenditures» ovvero 720 regimi «speciali» che costano ad oggi 260 miliardi di euro l'anno. A definire cosa e soprattutto quanto tagliare, tenendo conto che gran parte di queste agevolazioni sono comunque difficilmente eliminabili (basti pensare alle detrazioni per il lavoro dipendente, le pensioni, i carichi di famiglia, la casa, i mutui, le spese sanitarie), sarà la Legge di Stabilità per il 2013 che il governo (Monti, se ci sarà ancora) presenterà ad ottobre e che dovrà essere approvata comunque entro l'anno. 

 I tagli previsti nel provvedimento

Fonte: Ansa - Centimetri
Il testo del decreto non presenta grosse novità rispetto alle indiscrezioni che erano circolate fino a qualche settimana fa. Sono stati infatti confermati la stretta sugli acquisti di beni e servizi, i tagli ai ministeri (4,5 miliardi nel 2012-2013), quelli agli enti locali (7,2 miliardi), la manovra sulla sanità (meno 3 miliardi) e quella sul pubblico impiego, nonostante i sindacati continuino a minacciare, per settembre, uno sciopero generale.

Fortunatamente l'operazione di doverosa pulizia e riorganizzazione, soprattutto dei piccoli enti pubblici, sarà un po' più incisiva di quella che si era prospettata finora, con l'accorpamento di Isvap e Covip in un nuovo istituto di vigilanza sulle assicurazioni e il risparmio previdenziale, l'Ivarp, e la definitiva soppressione dell'Ente per il Microcredito, l'Associazione Luzzatti, la Fondazione Valore Italia e Arcus spa, le cui funzioni saranno assorbite dai ministeri vigilanti.

Tra le novità importanti del decreto vi sono le norme che prevedono l'avvio dall'anno scolastico 2012-2013 con la pagella e del registro scolastico elettronico, la riduzione del 5% dei compensi degli organi delle autorità portuali, ma anche l'eliminazione dell'obbligo di riduzione a tre per i consiglieri d'amministrazione delle Spa pubbliche non quotate; c'è inoltre il rinvio della riorganizzazione del Cnr, dell'Istituto di Fisica Nucleare e dell'Istituto di Geofisica e Vulcanologia.

Nell'infografica di Ansa - Centimetri un breve riepilogo del contenuto del provvedimento che andremo comunque a vedere nel dettaglio di seguito:

Revisione gestione acquisti:
Si introduce finalmente un principio chiaro sulla gestione degli acquisti nella PA: salvo non siano state trovate condizioni più vantaggiose, per la Pubblica Amministrazione sono validi solo i contratti attivati tramite Consip, la società che funziona come “centrale acquisti” del ministero dell’Economia, fatto salvo il settore sanitario che resta escluso e ha già un suo regolamento. Nel caso dei contratti già in vigore, le amministrazioni possono tirarsi indietro se i fornitori non adeguano le loro prestazioni alle migliori condizioni previste dalla Consip.

Revisione gestione spese:
Fonte: Ansa - Centimetri
I ministeri applicheranno già da quest’anno sistemi di riduzione della spesa per quanto riguarda l’acquisto di beni e servizi. In particolare sia per i ministeri che per gli enti statali sono previsti tagli per 1,5 miliardi quest’anno e per 3 miliardi nel 2013. I trasferimenti dello Stato alle Regioni si riducono di 700 milioni di euro quest’anno e di 1 miliardo di euro nel 2013, fatta eccezione per le risorse necessarie per la sanità.

Patrimonio PA:
Fino al 2014 non sarà applicato l’aggiornamento dell’indice ISTAT per gli edifici in affitto della pubblica amministrazione, il locatore avrà la facoltà di recedere dal contratto. È inoltre prevista la rinegoziazione dei contratti per ottenere una riduzione del 15% sull'affitto. Gli spazi usati come uffici dalle amministrazioni saranno ridotti: in quelli nuovi sono previsti tra i 12 e i 20 metri quadrati per addetto, in quelli vecchi tra i 20 e i 25 metri quadrati. Saranno anche ridotti gli spazi per gli archivi. Sarà accelerato il sistema per la vendita degli appartamenti di servizio di proprietà dell’Esercito.

Tagli al personale:
Fonte: Linkiesta.it
Nell'infografica de Linkiesta.itsi evince l'attuale situazione del personale della PA italiana. La prevista riduzione del personale nella pubblica amministrazione non riguarda la scuola, la sicurezza, i soccorsi e la magistratura. I ministeri dovranno ridurre del 20% il numero dei dirigenti e del 10% i dipendenti. È previsto anche l’obbligo di razionalizzare le risorse, riordinando le competenze ed eliminando le duplicazioni. Per le Forze armate è prevista una riduzione degli organici di almeno il 10%. I dipendenti in eccesso della pubblica amministrazione potranno usufruire del prepensionamento, a patto di avere maturato i requisiti necessari prima che entrasse in vigore la riforma delle pensioni. In alternativa il dipendente potrà andare in mobilità per due anni con l’80% dello stipendio e rimarrà senza impiego se non sarà stato collocato in un’altra amministrazione. Il personale della pubblica amministrazione deve andare in ferie: non è possibile lavorarle in cambio di trattamenti economici ulteriori.

Benefit PA:
Per le auto della pubblica amministrazione (sicuramente note ai più come “auto blu”) è richiesta a partire dal 2013 una riduzione della spesa pari al 50% rispetto a quanto si spendeva nel 2011. La regola comunque non si applica o si applica con eccezioni per i mezzi di soccorso e di sicurezza. Per quanto riguarda i buoni pasto della pubblica amministrazione, questi non potranno superare il valore di 7 euro per buono, anche per i dirigenti.

Società pubbliche:
Fonte: Il Sole 24 Ore
I consigli di amministrazione delle società a totale controllo pubblico dovranno avere solo tre membri, e due di questi dovranno essere dipendenti dell’amministrazione che detiene la partecipazione nell’azienda (o della società controllante in caso di partecipazione indiretta): è possibile capire gli effetti attraverso il grafico de Il Sole 24 Ore qui a fianco. Dal 2014 la pubblica amministrazione dovrà procedere all’acquisto di beni e servizi sul mercato tramite sistemi che tutelino la concorrenza, come previsto nel “Codice appalti”.

Province:
La riduzione delle province è prevista, sulla base della dimensione territoriale e del numero di abitanti, ma sarà affrontata con un provvedimento a parte entro dieci giorni dall’entrata in vigore del decreto sulla spesa. All'accorpamento e riduzione si giunge attraverso una procedura che vede il ruolo attivo degli Enti territoriali. Il Governo trasmette al Consiglio delle autonomie locali, istituito in ogni regione, la propria deliberazione con i criteri. Successivamente, ogni Consiglio approva il piano di riduzione entro 40 giorni. Entro la fine dell'anno sarà completato il piano di accorpamenti.

Fonte: Ansa - Centimetri
Ansa - Centimetri ha realizzata un'infografica che riepiloga gli effetti del taglio delle province, previsto dalla spending review, che trovate qui a fianco. I Comuni capoluogo di Regione sono esclusi dagli interventi di accorpamento e riduzione. Le province che «restano in vita» avranno le seguenti competenze: ambiente (soprattutto per il settore discariche); trasporti e viabilità (anche per quanto attiene la costruzione, la classificazione e la gestione delle strade). In attuazione del decreto «Salva Italia», vengono devolute ai Comuni tutte le altre competenze che finora lo Stato aveva attribuito alle province. Entro il 1° gennaio 2014 vengono istituite le Citta metropolitane, dieci in tutto: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria.Contestualmente, verranno soppresse le relative province.

Istruzione e università:
Le scuole avranno un sistema di tesoreria unica per tutte le risorse finanziarie depositate fino a ora nelle banche private. Il personale docente impiegato nelle scuole italiane all’estero sarà ridotto e razionalizzato. Il trasferimento di 23 milioni di euro alle Regioni eliminerà il problema del costo delle visite fiscali per le scuole. Le università non statali ricevono 10 milioni di euro, la metà di quanto stanziato in passato. Sono previsti 90 milioni di euro in più per il diritto allo studio. 103 milioni di euro sono stanziati per i libri gratuiti nella scuola secondaria di primo grado (le medie, alle elementari ci pensano già i Comuni).

Sanità:
contratti di fornitura nella sanità saranno ridotti del 5 per cento, per quelli già in corso le aziende sanitarie potranno tirarsi indietro nel caso in cui i prezzi applicati siano più alti del 20% rispetto a quelli di riferimento. Sempre in ambito sanitario, verranno ridotti gli organici degli ospedali e tagliati alcuni posti letto, stimati in 18-20 mila: i tagli, a cura delle regioni, verrebbero fatti tramite l’abolizione di primariati ritenuti inutili o ridondanti rispetto alle strutture già esistenti negli stessi ospedali. Lo sconto obbligatorio applicato per la sanità pubblica aumenta già quest’anno: le farmacie dovranno applicarne uno pari al 3,85 per cento (prima era 1,82%) e le aziende farmaceutiche sconteranno del 6,5% (prima era 1,83 per cento).

 Le nuove spese previste dal provvedimento

Buona parte delle risorse ricavate da questa prima fase della spending review saranno destinate al finanziamento di spese che non erano ancora coperte nel bilancio dello Stato. Già solo per il 2013 ci sono circa un miliardo per le missioni di pace, 400 milioni per il 5 per mille e altri 400 per l'autotrasporto, 103 milioni sono per i libri gratuiti di testo e 90 per le Università private, oltre ovviamente al rifinanziamento per 700 milioni del cosiddetto Fondo Letta (necessario a bilanciare i tagli agli enti locali) e al fondone di Palazzo Chigi per eventuali imprevisti. Infine ci sono circa 1,2 miliardi di euro, a partire dal 2013, per coprire i costi dei nuovi 55 mila «esodati» emersi dalla verifica incrociata Inps/Istat post riforma Fornero.

 Effetti della spending review, in cifre

Il Sole 24 Ore mostra un riepilogo in cifre degli effetti della spending review (riportato di seguito), che riassume quanto detto finora. I numeri dimostrano come in realtà si tratti di un provvedimento epocale nelle politiche di bilancio del nostro Paese, per quanto ci si aspettasse comunque qualcosa di decisamente più ambizioso. Si tratta in ogni caso di un primo passo volto a razionalizzare la spesa pubblica:

Fonte: Il Sole 24 Ore

 Doverose conclusioni

Ci si aspetta per i primi giorni di agosto una nuova fase della spending review che si concentri sulla revisione e sulla riforma degli incentivi alle imprese, affidata al commissario Francesco Giavazzi, e in particolare sul finanziamento dei partiti, affidata al commissario Giuliano Amato. Nel mese di ottobre, con la Legge di stabilità, arriverà finalmente la riforma delle agevolazioni fiscali, finalizzata all'operazione Iva (che dovrebbe rimandare definitivamente l'innalzamento della stessa a Luglio 2012). Se dovessero restare ulteriori risorse raccolte attraverso i primi tagli, parte di esse potrebbero essere destinate alla riduzione delle tasse sulle compravendite immobiliari (necessarie a far ripartire il mercato immobiliare in forte contrazione). Stabilita con l'Imu la tassazione del possesso, come annunciato da Corrado Passera in Parlamento, non ha più molto senso mantenere alta l'imposizione sulle compravendite.

In ogni caso la spending review non sarà sufficiente a risanare il bilancio dello Stato e soprattutto a risollevare le sorti dell'economia nazionale senza le opportune misure, tanto promesse dal Governo Monti, orientate alla crescita, che diano finalmente respiro alle imprese e soprattutto stimolino i consumi (attualmente in caduta libera). Senza tali azioni sull'economia reale sarà difficile contenere gli effetti recessivi dei provvedimenti montiani finora messi in pista e contenere gli effetti distruttivi dell'attuale fase economica in evidente contrazione (anche come conseguenza della crisi finanziaria), e più in generale volte a calmierare la già veloce crescita degli indici economici negativi (come la disoccupazione) e alla attualmente irrefrenabile decrescita degli indici economici positivi (come il PIL). Se si arrivasse alle elezioni politiche ancora con queste incertezze, il dissesto economico potrebbe davvero essere inevitabile.

Jacopo Paoletti | @jacopopaoletti



Spending review: why it is necessary and why it might not be enough

There has been a lot of talk about the decision of the Monti Government on the spending review. I tried to analyze the law decree, in an attempt to explain why it is necessary and why it might not be enough.

What is the spending review?

The spending review is the process aimed to better the efficiency of the state "machine" in the management of public expenses through the systematic analysis and evaluation of organizative structures, of decision and activity procedures, but also single acts inside programs, and obviously the related results. In any case it makes sense if it analyzes really how the expenses are done, rather than how much is spent.

For example it means that the expense chapters of one or more ministeries are searched to see what can be cut down (analyzing the specific situation, from a strictly functional point of view), to discover whether there are cases of inefficiency or waste. In the Italian case, the spending review influences both the purchases of central administrations (such as ministeries), and those of periferal ones (such as regions, provinces and cities).

In the end, the the principle behind the operation should be the identification of those expenses that do not contribute to reaching the goals that have been given to the administrations, or that do reach them but in an inefficient manner, with expenses much higher than necessary.

● Short story of the spending review

The Italian spending review, conceived by the Monti government, is presented at the Minister Council n. 38, on the 6th of July 2012.

The new document, which has been made into a law decree, should allow an initial saving of 4,5 billion euro for this year (which should guarantee that the VAT increase won't happen before July 2013). Unless there will be any changes, the government explained, in 2013 the saved money should be around 10,5 billion euro.

Already in 2006 in Italy there had been an attempt at an operation like this with Tommaso Padoa Schioppa, who was then Minister of Economy and Finance of the second Prodi government: it was experimentally started by the financial law for 2007 and subsequently transformed in permanent program by the financial law for 2008. The Financial Law 2007 created a commission that was supposed to deal with public finance.

"The passage to a report classified by missions and programs - sayd Schioppa - put the premises both for an aware political discussion on the goals and priorities to realize through the expense, and for a responsible management of resource on behalf of the administrations." In that year, said the Minister, these analyses allowed to save 700 milion euro.

The rationalization of the public spending is a process that has been started in other countries as well, such as the UK, Canada, the Netherlands, New Zealand and France (which did its first operation of spending review in 2008 with the operation called "La Revue Générale des Politiques Publiques").

Increase of VAT (maybe) in 2013?

To definitively avoid an increase of VAT, another 6,7 billion euro will be necessary each year, starting with 2013. To reach this goal, there will be a revision of the so called "tax expenditures", which are 720 special regimes that today cost 260 billion euro a year. Defining what and how much to cut, considering that most of these facilitations cannot be eliminated (just think about the employed work detractions, retirements, family loads, houses, mortgages, sanitary expenses), will be the Stability Law for 2013 that the Government (Monti, if he'll still be there) will present in October and that will have to be approved before the end of the year.

The cuts

The text of the decree doesn't contain great news compared to the indiscretions that had been around until a few weeks ago. The cuts on the purchase of goods and services have been confirmed, along with the cuts to ministeries (4,5 billion in 2012 - 2013), those to local entities (7,2 billion), the sanitary maneuver (3 billion less), and that on public jobs, although the unions are still threatening a general strike in September.

Fortunately the operation of rightful cleanup and riorganization, especially of small public entities, will be a bit more incisive than what has been expected, with the union of Isvap and Covip in a new institute of vigilance on insurances and previdential savings, the ivarp, and the definitive elimination of the Entity for Microcredit, the Luzzatti Association, the Fondazione Valore Italia and Arcus spa, and their functions will be absorbed by the vigilant ministeries.

Among the important news of the decree there are the norms that imply the start of the school year 2012 - 2013 with the electronic school register and marks book, a reduction of 5% of the salaries of portuary authority organs, but also the elimination of the obligation to reduce to three the council members of public, unquoted Spas; furthermore, there will be a delay in the riorganization of the Cnr, of the Nuclear Physics Institute and of the Institute for Geophysics and Vulcanology.

In the Ansa - Centimetri infographic you can find a brief summary of the content of the decree, that we will see in detail in the following lines:

Revision of the purchase management:

A clear principle on the management of purchases in the PA is finally introduced: unless more advantageous conditions are found, for the Public Administration only the contracts activated through Consip are valid, the society that works as a "purchase central" of the Economy Ministery, except for the sanitary sector that already has its own rules. In the case of already existing contracts, the administrations can recede if the suppliers don't adequate their services to the best conditions that Consip offers.

Revision of the expense management:

The ministeries will apply, starting this year, systems of reduction of expenses for the purchase of goods and services. In particular, both for ministeries and state entities there are cuts for 1,5 billion this year and for 3 billion in 2013. The financing of Regions by the State are reduced of 700 milion this year and of 1 billion euro in 2013, except for those resources that are necessary for sanitary needs.

PA Patrimony:

Until 2014 the update of the ISTAT index for buildings rent by the PA won't be applied, the locator will have the opportunity to recede the contract. Furthermore, the renegociation of the contracts will occur, in order to obtain a 15% reduction on rent. The space used as offices by the administration will be reduced: in the new ones there will be between 12 and 20 square meters for each employee, in the old ones between 20 and 25. The space destinated to archives will also be reduced. The system for selling the service apartments belonging to the Army will be accelerated.

Cuts to personnel:

In the infographic by Linkiesta.it we can see the current situation of the Italian PA personnel. The reduction of personnel in the PA doesn't include school, safety, help and the judiciary. THe ministeries will have to cut the number of executives by 20% and the number of employees by 10%. The exceeding employees of the PA will be able to get a pre-retirement, if they have matured the necessary years before the retirement reform was done. Alternatively, the employee will be able to go in mobility for two years with 80% of the salary and will remain unemployed if not collocated in another administration. The PA personnel must go on vacation: it won't be possible to work them in exchange for further payment.

PA benefits:

For the public administration cars (surely known to most as "blu cars"), starting 2013 will be requested a reduction of the expense of 50% compared to what has been spent in 2011. The rule doesn't apply or applies with exceptions for help and safety cars. As for lunch tickets for PA, they can't have a value of over 7 euro per ticket, even for executives.

Public Societies:

The CDAs of companies at total public control will only have three members, of which 2 will have to be employees of the administration that detains the participation in the company itself (or of the controlling company in case of indirect participation): it is possible to understand the consequences thanks to the infographic of Il Sole 24 Ore displayed above. Starting with 2014, the PA will have to proceed to the purchase of goods and services on the market through systems that protect competition, as stated in the Contracts Code.+

Provinces:

The reduction of provinces is going to be actuated on the base of territory dimension and the number of inhabitants, but will be dealt with in another document, ten days from the validation of the expense decree. The inglobation and reduction is achieved through a procedure that sees the active role of territorial entities. The Government sends its deliberation with the criteria to every Counsil of local autonomies, instituted in each region. Afterwards, each Counsil approves the reduction plan in 40 days. Before the end of the year the inglobation plan will be completed.

Ansa - Centimetri has made an infographic that briefly summarizes the effects of the reduction of provinces, included in the spending review, that you can find above. The Regional Capital cities are excluded from the interventions of inglobation and reduction. The provinces that stay alive will have the following duties: environment (especially for the dumpsters issues); transportation and viability (but also building, classification and management of streets). In actuation of the Salva Italia decree, all other duties that the State had given to provinces will be switched to municipalities. Until the 1st of January 2014 the Metropolitan Cities are instituted, ten in total: Rome, Turin, Milan, Venice, Genua, Bologna, Florence, Bari, Naples, Reggio Calabria. At the same time the provinces will be eliminated.

Teaching and university:

Schools will have a new unified treasury system for all financial resources that until today have been depositated in private banks. The teaching personnel employed in Italian schools abroad will be reduced and rationalized. The transfer of 23 milion euro to the Regions will eliminate the problem of the cost of fiscal visits for schools. The non public universities will receive 10 milion euro, half of what has been given in the past. 90 milion euro more are going to be given for the right to study. 103 milion euro for free books in secondary school.

Sanity:

The suppliance contracts in sanity will be reduced by 5%, and for those that are already active the sanitary companies will be able to recede if the prices are more than 20% higher than the reference ones. In the sanitary field the organics will be reduced from hospitals, and quite a few places, about 20.000. The cuts, responsibility of regions, will be done through the elimination of primary medics that are considered useless or redundant for the structures already present in the same hospitals. The compulsory reduction applied for public sanity will increase this year: farmacies will have to apply it at 3,85% (before it was 1,82&) and farmaceutical companies will have to apply a 6,5% discount (which before was 1,83%).

● The new expenses in the decree

Great part of the resources obtained from this first phase of the spending review will be destined to financing expenses that were still not covered by the State. Just for 2013, there is one billion for peace missions, 400 milion for 5 per 1000 and other 400 for transportation, 103 for free textbooks and 90 for private universities, along with the refinancing for 700 million of the so called Fondo Letta (necessary to balance the cuts to local entities) and the fund of Palazzo Chigi for any unexpected expenses. Finally there are about 1,2 billion euro, starting 2013, to cover the costs of the new 55.000 "esodati", emerged from the cross checking Inps/Istat done after the Fornero reform.

● Effects of the spending review, in numbers

Il Sole 24 Ore shows a summary in numbers of the effects of the spending review, that synthetizes all that has been said so far. The numbers prove that in reality it is an epic decision in the spending politics of the country, even though we did expect something more ambitious. It is in any case a first step in the direction of a rationalization of public expenses.

● Conclusions

For the first days of August we are expecting a new phase of the spending review that concentrates on the revision and reform of incentives to companies, which has been Commisary Francesco Giavazzi's responsibility, and in particular on the financing of parties, responsibility of Commisary Giuliano Amato. In October, with the Stability Law, there will finally be a reform of financial facilitations, aimed to the VTA operation (which should definitely delay its increase in July 2013). Should there still be any resources gathered through the first cuts, part of them could be destined to the reduction of taxes on house sales (necessary to make the housing market restart, since it is in fierce reduction). Having establish a tax on possession with the IMU, as announced by Corrado Passera in Parliament, it doesn't have much sense to tax the actual selling process.

In any case the spending review will not be sufficient to sane the State review and especially to better the national economy without the necessary measures, promised by the Monti Government, oriented to growth, that can finally give some breath to companies and most of all stimulate purchase (currently in free fall). Without these actions on real economy it will difficult to contain the recessive effects of the Monti decisions that have been taken and applied until now, and contain the distructive effects of the current economic phase in strong contraction (also as a consequence of the financial crisis), and more in general intended to calm the already fast growth of negative economical indexes (such as unemployment) and the currently unstoppable deflating of positive economical indexes (such as GDP). Should we arrive at the political elections still in this situation of uncertainty, the economical trouble could be inevitable.

Jacopo Paoletti | @jacopopaoletti

giovedì 19 luglio 2012

Responsabilità politiche



Nella vicenda del G8 di Genova la giustizia ha 
posto la parola fine con le due sentenze di cassazione delle settimane scorse. Sentenze che hanno riguardato forze dell'ordine e i manifestanti. Cioè chi era sul campo. Ma le responsabilità politiche, come sempre, ne escono senza colpevoli.


In Italia alla fine di un percorso giudiziario si arriva sempre con qualche mancanza non da poco, i "mandanti" talvolta, i responsabili politici altre. Quelli che al vertice di tutto decidono che i fatti dovranno andare così o che dovrebbero fare in modo che così non vada (perché il loro ruolo lo impone), e la manovalanza poi esegue.

Ne abbiamo esempi, anche diversi tra loro, per responsabilità, ma la formula è più o meno sempre uguale. Nelle settimane scorse sono uscite le due sentenze di cassazione riguardanti i fatti del G8 di Genova, da una parte la prima che doveva mettere voce sulle responsabilità delle forze dell'ordine, dall'altra quella che avrebbe dato sentenza su quelli che nello scontro stavano dal lato opposto, i 10 manifestanti (che non erano solo 10 ma 10 per tutti evidentemente va bene).  

E' andata come è andata, le prendiamo così. Sui fatti della Diaz e Bolazaneto abbiamo visto accusare e condannare gli artefici materiali di quella che è stata definita macelleria messicana (anche se poi il reato è caduto prescritto), abbiamo visto condannare i vertici al comando di quella manovalanza ma, c'è un ma, in tutto quello che è successo: c'era una rappresentanza politica al governo in quel momento, una rappresentanza che in quanto tale dovrebbe aver avuto delle responsabilità, se non altro (per non voler andare a fare della dietrologia) istituzionali. 

Quelli, insomma, che avrebbero dovuto monitorare affinché quel che è successo non accadesse. Questi signori avrebbero dovuto rispondere di quei fatti, perché in questo sta anche il loro ruolo: risponderne. La stessa domanda se la sono posta Ridet su Le Monde e Braun su Die Tageszeitung nei giorni scorsi.  Ma durante tutto l'iter queste figure sono velocemente scivolati fuori dal cono dei riflettori che avrebbero dovuto evidenziarne le responsabilità, almeno politiche, almeno

A leggerla così, tutta la storia, sembra che ad un bel momento in una situazione particolare come un vertice internazionale, le forze dell'ordine abbiano capovolto il loro ruolo che dovrebbe essere subordinato al governo. Ecco, a leggerla così ci sarebbe da intendere qualcosa di ancora più buio e tragico di quel che magari non è, ma che senza una precisa volontà di fare luce sulle responsabilità anche politiche lascia il tutto, come sempre, pittato non di bianco o nero ma di grigio.

Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83


Political responsibilities

In Italy at the end of a judiciary process we always arrive with something important missing, sometimes the "committents", other times the political responsibles. Those that at the top of everything decide that's the way things will have to go, or that should make sure that those things don't happen (because their role says so), and the pawns then execute.

We have examples, quite different amongst each other, based on responsibility, but the formula is always pretty much the same. During the last few weeks the two Cassazione sentences have been emitted for the facts of the Genua G8, one the one side the first that should have evaluated the responsabilities of the police, on the other side the one that decided on those that during the fights were on the other side, the 10 protesters (that weren't just 10, but 10 apparently was ok with everybody).

It went the way it went, and that's it. On the facts of Diaz and Bolazaneto we've seen the material agents accused and condemned for what has been defined a Mexican butchery (even though the crime has been prescribed), we've seen the heads at the comand condemned, but, there's a but, in everything that happened, there was a political representance at the government at that time, a representance that should have had some responsabilities, at least institutional.

Those that should have monitored in order to prevent what happened. Those gentlemen should have answered for those facts, because that what their role means: answer. The same question was asked by Ridet on Le Monde and Braun on Die Tageszeitung during the last few days. But during all the iter these figures have rapidly slipped out of the cone of lighe that should have underlined their responsibilities, at least political.

Reading it this way, all the story, it seems that at a certain point in time, in a particular situation like an international meeting, the police have capesized their role which should be in the government's suborder. Now, reading it this way there would be something to understand, something more tragic and darker than it probably is, but that without a precise will to shed light on political responsibilities leaves everything, as always, painted grey instead of black and white.

Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83

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