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mercoledì 8 agosto 2012

StartupID | Francesco Ferrazzino @heppniness di UWAR



La ventitreesima intervista di StartupID è con Francesco Ferrazzino di UWAR.



StartupID è la rubrica realizzata in collaborazione con Indigeni Digitali e dedicata al mondo delle startup.


L’idea di UWAR è nata dalla volontà di utilizzare l’augmented reality per un progetto che non fosse fine a se stesso, o magari orientato ad attività promozionali spesso di dubbio successo, ma per far interagire le persone fra di loro. Si trattava di un ottimo strumento per fare breaching tra online e offline, e colmare il gap tra la vita che viviamo nel digitale e la nostra vita reale. [video]

Uno dei primi elementi dell’equazione è stata la maglietta di UWAR, che ha un simbolo univoco identificativo della persona che lo indossa, e questo è il fulcro dell’app stessa, che è a tutti gli effetti un first person shooter.

Il team iniziale era composto da 5 – 6 persone, tutte al top delle proprie capacità in un particolare campo, dalla programmazione al business development, e dopo circa un anno di lavoro il gioco è finalmente pronto.

E’ un gioco per Android già scaricabile, che è stato promosso solamente attraverso il passaparola, senza l’impiego di pubblicità di alcun genere. Inoltre hanno mutuato in parte l’idea di un’altra startup, che aiuta le persone a trovarsi in città e ad organizzare eventi ed uscite insieme, per creare un piccolo social network a supporto dell’app, che aiuta le persone ad organizzare le partite ed incontrarsi di persona. Lanciare l’app sul mercato e lasciarla vivere di vita propria probabilmente non sarebbe stato sufficiente. [video]

Il modello di business è quello dell’app purchase, anche se la maglietta gioca un ruolo fondamentale in quanto fa parte anch’essa del modello di business, ed avrebbe l’obiettivo di garantire una user acquisition massiccia. La maglietta è prodotta da PlayShirt, un’azienda di Milano specializzata nella creazione di magliette, alla quale sarà affidata tutta la distribuzione di UWAR. Chi vuole, tuttavia, avrà la possibilità di stampare il proprio simbolo univoco ed applicarlo sulla propria maglietta nel modo che preferisce. [video]

Per quanto riguarda i numeri, il target è di 250.000 user, o comunque downloads: a differenza dei propri competitor, UWAR dà la possibilità di fare networking e rafforzare i legami in un mercato che è di nicchia. [video]

Un’altra domanda che abbiamo fatto a Francesco riguarda il rischio che il prodotto si trovi  in mezzo a quegli utenti che amano questo genere di giochi, ma che non uscirebbero mai di casa per giocare, e quelli che amano il softair e il paintball ma che non potrebbero fare a meno dell’arma e dell’equipaggiamento. Secondo Francesco, tuttavia, questo potrebbe essere un vantaggio: il punto è che la facilità d’uso e l’assenza di speciali attrezzature fa sì che giocare sia possibile in qualsiasi situazione e ambiente, anche in brevi intervalli di tempo, come ad esempio l’intervallo tra una lezione o l’altra, o una pausa pranzo, oppure a casa propria. [video]

Infine Francesco ha illustrato le differenze nella tecnologia utilizzata da UWAR in confronto a quelle di altri competitor, tra cui l’azienda Hasbro.

Vi invito naturalmente a visionare l’intervista completa, molto più ricca di questa mia breve sintesi!

Buona visione!

Maria Petrescu | @sednonsatiata


StartupID | Francesco Ferrazzino of UWAR

The 23rd interview for StartupID is with Francesco Ferrazzino of UWAR.

The idea of UWAR was born from the desire to utilize augmented reality for a project that wasn't just aimed to itself, or to promotional activities of scarse success, but to make people interact with each other. It was a great tool to breach online and offline, and filling the gap between our digital and real lives. [video]

One of the first elements of the equation was the UWAR t-shirt, which has a univocal ID symbol of the person who's wearing it, and that is the main pillar of the app, which is a first person shooter game.

The initial team was made of 5-6 people, all at the top of their abilities in one particular field, from programming to business development, and after about one year of work, the game is finally ready.

It's a game for Android that can be downloaded, and which has only been promoted by WOM, without any kind of advertising. They have also got inspiration from another startup's idea, that helps people to meet in cities and organize events, to create a small social network supporting the app, and that helps people organize games. Launching the app and just letting it live its own life wouldn't have been sufficient. [video]

The business model is that of the app purchase, even though the t-shirt plays a fundamental role in the business model itself, and has the goal of guaranteeing a massive user acquisition. The t-shirt is produced by PlayShirt, a Milan company which is specialized in the creation of t-shirts, and that will be managing the whole distribution of UWAR. Anybody can print their own symbol and apply it on any t-shirt in any way they like, though. [video]

As for numbers, the target is of 250.000 users or, at least initially, downloads: unlike their competitors, UWAR gives the possibility to users to do some networking and reinforce the links in a market that is definitely a niche. [video]

Another question we asked Francesco is about the risk that the product will find itself in the middle between users who love this kind of game, but would never go out to play, and users who love softair and paintball, but would never give up the real equipment. Francesco believes this might actually be an advantage: the point is that the facility of use and the absence of particular equipment makes it possible to play the game in any situation or environment, even during the breaks at school, or even at home. [video]

Finally Francesco has also explained the difference in the technology used by UWAR compared to other competitors, among which Hasbro.

I invite you to view the full interview, much richer than my brief synthesis.

Enjoy!

Maria Petrescu | @sednonsatiata

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