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mercoledì 24 ottobre 2012
#Fornero, giovani #choosy e l'importanza di salvare le apparenze
Questa polemica sul #choosy ha rotto le scatole.
Non sarà bello, non sarà giusto, ma il ministro Fornero ha ragione: di questi tempi chi cerca un lavoro non può andare troppo per il sottile.
(Con questo non voglio dire che ci si debba accontentare: quello mai. Però non bisogna nemmeno scartare a priori. Anything is better than nothing, dicono oltremanica: soprattutto se anything è un punto di partenza, e non un traguardo a cui arrivare).
Non capisco perché ci si debba sentire offesi da questa semplice constatazione dei fatti.
Se uno choosy non lo è mai stato, evidentemente la cosa non lo riguarda.
Chi invece andava cercando il lavoro ideale, non credo avesse davvero bisogno di Fornero per caprie che adesso non tira aria.
Detto questo una cosa rimane: e cioè il sospetto con cui in Italia guardiamo alle svolte di carriera.
Mi spiego.
A Berlino (o a Londra, o a New York) è normale e comunemente accettata la possibilità di svolgere impieghi “non all’altezza” del proprio cv o del proprio lavoro precedente.
E non solo per far fronte a necessità immediate.
Ho conosciuto pittori che servivano nei ristoranti per sbarcare il lunario, ma anche giornalisti momentaneamente disoccupati che non esitavano a riciclarsi come commessi, e pure architetti impiegati nei call center in attesa di un nuovo incarico.
Ora vi chiedo: in Italia avete mai visto nulla del genere?
Io personalmente no.
Da noi, se un professionista, magari senza lavoro, accetta un impiego di profilo più basso, la cosa viene vista inevitabilmente come una sconfitta.
Perché da noi la flessibilità non è mai esistita, e adesso che è entrata nella quotidianità giocoforza, viene vista sempre come una minaccia e mai un’opportunità.
Ci sentiamo definiti dal lavoro che facciamo, forse perché siamo l’unico paese al mondo (assieme al Giappone, a dire la verità) in cui esiste il concetto di “Bella Figura”, e diamo un sacco -troppo- peso a “Cosa dirà la gente?”.
E poi perché siamo un paese abituato ad avanzare non per merito ma anzianità, e a non rinunciare mai, mai e poi mai a un privilegio che davamo per acquisito.
Invece oggi si scopre che niente è per sempre, alla faccia delle pubblicità DeBeers.
È questa la realtà con cui dobbiamo fare i conti, che ci piaccia oppure no.
Elisa Motterle | @downtowndoll
Fornero, choosy young people and the importance of apparences
All this scandal about #choosy is enough.
It's not nice, it's not fair, but Minister Fornero is right: these times who is looking for a job can't be too exigent.
(This doesn't mean that you have to deal with it: that, never. But you musn't discard before you try. Anything is better than nothing, they say in the UK: especially if anything is a starting point, not a goal to reach).
I don't understand why one should be offended by this simple constatation of facts. If someone has never been choosy, evidently the matter doesn't regard him. Who is looking for the perfect job didn't need Fornero to understand that now isn't the right time.
That being said, there's still one thing: the suspicion with which in Italy we look at carrier changes.
Let me explain.
In Berlin (or in London, or New York), the possibility of doing jobs that aren't at the level of one's cv or previous job is normal and widely accepted.
And not only to face immediate needs.
I know paintors who served in restaurants to survive the month, but also journalists who were momentarily unemployed that didn't hesitate to recycle themselves as sellers, or architects who work in call centers waiting for a new job.
Now I'd like to ask: have you ever seen something like this in Italy?
Personally I haven't.
Here, if a professional who doesn't have a job, accepts a lower profile job, it is seen inevitably as a defeat.
Because here flexibility has never existed, and now that is has forcefully entered our daily routine, it is seen always as a threat and never an opportunity.
We feel defined by our job, maybe because we're the only country in the world (perhaps together with Japan, to be honest) in which the concept of "good image", and we give a lot - too much - importance to "What will people say?".
E then because we're a country used to advance not for merit but for age, and never ever give up a privilege we gave for granted.
And today we discover that nothing is forever, in spite of DeBeers ads.
And this is the realty we need to deal with, whether like it or not.
Elisa Motterle | @downtowndoll
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