Fabrizio Goria, giornalista de Linkiesta e noto esperto di economia, ci ha concesso un'interessante intervista qualche giorno fa: abbiamo parlato della crisi economica, delle banche e dei provvedimenti che il governo dovrà prendere prima della fine della legislatura, giusto per citarne alcuni.
In primo luogo abbiamo chiesto a Fabrizio cosa ne pensa dei politici che indicano l'Euro come causa di ogni male, e se si tratta di un argomento valido oppure semplicemente dell'uso di un bersaglio facilmente spendibile in campagna elettorale. A suo avviso il problema non è tanto dell'Euro come moneta, in quanto si tratta di una questione già risolta, ma è un problema politico. L'Europa stessa è divisa in due, una parte che vuole maggiore integrità e sviluppo dell'UE, e l'altra parte che incarna le spinte populiste e la rabbia della gente che spinge per il ritorno alle valute nazionali. Nessuno tuttavia sa veramente cosa può succedere nel caso quest'eventualità dovesse diventare realtà.
Un'altra domanda fatta a Fabrizio riguarda la possibilità della trasformazione della BCE nell'equivalente della FED americana, e se questo passaggio è inevitabile per il mantenimento della stabilità europea. Fabrizio sostiene che è molto facile pensare che stampando moneta si risolva tutto: tuttavia non si può pensare di risolvere una crisi di debito che è anche sociale ed economica, creando semplicemente altro debito.
Negli Stati Uniti si è in piena campagna elettorale: le elezioni e il loro esito avranno probabilmente qualche effetto sull'andamento dell'economia americana e quella europea. Secondo Fabrizio se gli Stati Uniti fossero stati più forti a livello negoziale, anche la crisi in Europa sarebbe finita probabilmente prima. Al G20 di Cannes i funzionari americani erano spaventati da quello che stava avvenendo in Europa, specialmente a causa dell'incertezza riguardo al futuro. Gradualmente la BCE sta prendendo provvedimenti e di fatto sostituendosi a governi e politici, rendendo gli Stati Uniti un giocatore minoritario in questo grande gioco.
Abbiamo chiesto a Fabrizio quale sia il livello reputazionale delle banche sul web e quali azioni di comunicazioni potrebbero intraprendere per migliorare la loro immagine: secondo lui molte persone odiano le banche in quanto non le capiscono, e non capiscono il loro reale lavoro e le difficoltà che queste incontrano. Sarebbe dunque indicato che si aprissero di più, comunicassero di più per arrivare alla persona comune. Dal momento in cui l'informazione diventa ottimale, le banche saranno probabilmente meno odiate.
La crisi ha portato molte persone ad avvicinarsi al mondo economico con molta curiosità, perché vogliono capire che cosa succedendo e perché. Dall'altra parte anche i giornalisti dovrebbero fare un aggiornamento continuo, in quanto il mondo sta cambiando, molti mercati stanno cambiando, e se loro stessi non riescono a capirli, sarà impossibile riuscire a spiegarli ai lettori.
Per quanto riguarda la trasparenza finanziaria dell'Italia rispetto ad altri membri del G20, purtroppo la situazione è negativa: l'Italia non è riuscita nemmeno a rispettare gli impegni presi durante il G20 di Cannes, molto probabilmente a causa dell'abbraccio mortale tra le banche e la politica.
Secondo Fabrizio una maggiore diffusione di open data da parte della PA rischia di scoperchiare un vaso di Pandora: se si va a guardare nel piatto in cui tutti hanno mangiato negli ultimi 20 anni, qualcosa si trova sicuramente. Per questa ragione l'open data potrebbe creare dei fastidi a molti.
Abbiamo chiesto a Fabrizio un'opinione in merito a Digitalia: a suo avviso sarebbe un cambiamento epocale se veramente fosse portato avanti in modo serio, competente ed efficace. L'Italia avrebbe finalmente la possibilità di mettersi al pari di tanti altri paesi, primo fra tutti la Francia.
Infine abbiamo a chiesto a Fabrizio quali sono le 3 mosse economiche lungimiranti che questo esecutivo dovrebbe portare a casa prima della fine della legislatura: in primo luogo tagliare le tasse alle imprese, decisamente troppo elevate; tagliare la spesa pubblica e gli enti inutili; attuare i progetti di semplificazione territoriale, primo fra tutti l'abolizione delle province.
Naturalmente invito tutti a visionare l‘intervista integrale, molto più ricca e dettagliata di questa mia breve sintesi.
Buona visione!
Maria Petrescu | @sednonsatiata
Intervistato.com | Fabrizio Goria
A few days ago we had the pleasure of interviewing Fabrizio Goria, journalist at Linkiesta and renown economy expert: we talked about the economic crisis, the banks and the changes the government will have to do before the end of the mandate, just to name a few.
First of all we asked Fabrizio what he thinks about the politicians that indicate the Euro as the cause of all evil, and whether it is a valid argument or just the use of an easy target during the elections campaign. He believes that the problem isn't Euro as a currency, since this is an issue that has already been solved, but rather a political problem. Europe itself is divided in two, one part that wants more integrity and development for the European Union, and the other that incarnates the populist pressures and the anger of people who insist for the return to national currencies. Nobody actually knows what would happen if this were to become reality.
Another question we asked Fabrizio regards the possibility of the transformation of BCE in the equivalent of the American FED, and whether this step is inevitable in order to maintain the stability of the eurozone. Fabrizio believes that it is easy to think that by printing more money the matter is solved: you cannot think to solve a crisis that is a debt crisis, but also a social and economical crisis by simply creating more debt.
In the United States we are in the middle of the elections campaign: the elections and their results will probably have some effects on the American and European economies. In Fabrizio's opinion if the US had been stronger at a negotiation level, the crisis in Europe would have finished earlier. At the Cannes G20 the American functionaries were frightened by what was happening in Europe, especially because of the uncertainties regarding the future. Gradyally the BCE is making changes and substituting itself to governments and politicians, making the US a minor player in this big game.
We asked Fabrizio what the reputation level of banks on the web is and what communication actions they could implement in order to make their image better: he believes many people hate banks because they do not understand them, and they do not understand their true work and the difficulties they encounter. It would be indicated for them to open up more, to communicate more in order to reach the common people. When the communication becomes optimal, the banks will probably be less hated.
The crisis has brought many people to grow an interest for the economic world, which they approach with a lot of curiosity, because they want to understand what is happening and why. On the other side journalists as well should do a continuous update, because the world is changing, many markets have changed, and if they cannot understand it, they are going to have a hard time explaining it to others.
As for the matter of financial transparency of Italy in comparison with other members of the G20, unfortunately the situation is negative: Italy hasn't even been able to respect the promises made during the G20 at Cannes, probably because of the mortal embrace of banks and politics.
Fabrizio also suggested that a wider diffusion of open data by the PA risks to open Pandora's box: if you look into the plate where everyone has eaten from during the last 20 years, you're surely going to find something wrong. This is the reason why open data could cause problems to many.
We asked Fabrizio an opinion about Digitalia: it would surely be a major change if it were brought forward in a serious, competent and effective way. Italy would finally have the opportunity to be at the same level with other countries, first of all France.
Finally we asked what the 3 economic moves this government should do before going home: first of all cutting the taxes for companies, which are way too high; cutting public expenses and useless institutions; simplifying the territory with projects such as the elimination of provinces.
Of course, I invite everyone to view the full interview, much richer and more detailed than my brief synthesis.
Enjoy!
Maria Petrescu | @sednonsatiata
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