Ieri, 14 Novembre, è stata la giornata dello sciopero internazionale dei sindacati che ha coinvolto mezza Europa: Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda, hanno visto una mobilitazione imponente di tutte le categorie sociali colpite dalle politiche "lacrime e sangue". Anche questa volta, l'accoppiata protesta&violenze ha avuto puntati addosso i riflettori più potenti. Anche sui social network.
Guardando l'analisi dei tweet fatta da The Fool per Intervistato.com, si vede tradotta in grafici, numeri e hashtag la giornata, caldissima, di ieri.
Engagement
Ecco il quadro generale di Engagement per l'hashtag della giornata, #14N, in periodo di osservazione che è andato dalle ore 01:00 del 14-11-2012, alle 9:34 di mattina del giorno successivo:
Quasi 23mila tweet, più di 8mila utenti unici, un picco, nel momento di maggiore "partecipazione" di 75 tweet al minuto e un totale di oltre 57 milioni di impression, quindi di visualizzazioni "raggiunte" sulle timeline delgi utenti e dei loro follower.
Timeline
La Timeline di questo hashtag ha occupato tutta la giornata:
Utenti più attivi.
I grafici degli utenti più attivi, più popolari e con più impression, ci regalano altre considerazioni:
L'utente più attivo, sopra quelli giornalistici e istituzionali, è @paoloxl, che per tutta la giornata ha postato un alto numero di tweet, aggregando anche molto contenuto fotografico all'interno della sua pagina tumblr.
Al secondo posto @uni_common, movimento di rivolta culturale nato nell'era Gelmini, con i "Book Block".
Al terzo troviamo il primo organo d'inforrmazione ufficiale, l'Huffington Post Italia, ma notiamo comunque nella classifica molti utenti "comuni", ad indicare come l'evento sia stato seguito e rilanciato da utenze a tutti i livelli.
Utenti più popolari.
Utenti con più impression.
Tag Cloud.
Hashtag e parole chiave ci parlano molto della giornata "tweettata". Sugli Hashtag, poche sorprese:
#14n capeggia una serie di tag derivati, tra i quali quello "localizzato" italiano #14nit ha comunque un'ampia presenza, circondato da una serie di hashtag delle città dove si sono svolte le manifestazioni.
La più interessante e carica di considerazioni, è la Tag Cloud delle parole chiave: polizia, corteo, piazza, cariche, scontri, oggi, Europa.
E' impressionante vedere come la sensazione di una giornata sia completamente racchiusa in un'immagine, dall'aspetto "europeo" della protesta, ai temi che hanno tenuto maggiormente banco: ancora una volta le conseguenze, di una manifestazione, non le sue ragioni.
Bisogna cercare con la lente d'ingrandimento, infatti, le parole "ore", "tagli", "diritto", "lavoratori".
"Crisi", ha una dimensione inferiore persino alle "uova" lanciate da alcuni manifestanti.
Che queste manifestazioni fossero a rischio di violenze, era cosa nota. Sia per il clima generale di sfiducia nei confronti delle istituzioni, sia per la rabbia che striscia tra tutte le categorie più colpite dall'austerity dei governi dell'Eurozona. Trovo corretto specificare un paio di cose che molti sicuramente sanno, molti altri no e che generalmente si perdono nel vortice delle condivisioni delle immagini scandalose delle violenze e delle polemiche pre-durante-post manifestazioni, che in queste ore aggiungono litri di benzina su un fuoco che sarà difficile spegnere:
1. Tutte le manifestazioni hanno un percorso concordato tra le questure e gli organizzatori. Ci sono migliaia di cittadini non violenti, che esprimono tutto il loro diritto di manifestare e protestare e che, rimanendo all'interno del percorso della manifestazione, hanno una maggiore garanzia di rimanere in sicurezza.
2. Quando la questura stima il numero di partecipanti a una manifestazione, non è mai per sminuire il successo o meno di questa, ma perché, non potendo realisticamente conteggiare tutti i partecipanti, si limita a fare una stima statistica basata su alcuni fattori. Generalmente queste stime servono per capire quanti e quali agenti impiegare. E' colpa dei giornali e dei politici, se poi questo dato viene usato per creare polemica.
Queste due precisazioni, che ad alcuni possono apparire pleonastiche, sono però utili per inquadrare in maniera più logica e più a sangue freddo una situazione tragica, che oramai mina ogni manifestazione, dove le giuste motivazioni di chi protesta hanno addosso la costante minaccia di venire nascoste dal comportamento fuori dalle righe di alcuni manifestanti da una parte, di alcuni poliziotti dall'altra. E mina di conseguenza anche la comunicazione online, che diventa solo amplificazione di quelle conseguenze che nascondono le ragioni.
Tutti gli episodi di violenza nascono dai tentativi di "sfondare" il percorso ufficiale. Attenzione, avere un percorso ufficiale serve proprio a garantire la sicurezza di quanti - uomini, donne, bambini, anziani - vogliano partecipare. Gli organizzatori, anche nelle manifestazioni di ieri, sono sempre in contatto costante con i dirigenti delle forze dell'ordine, e sono i primi a volere che tutto si svolga in un clima sereno. Anche perché sono i primi a sapere che poi, inevitabilmente, come sta accadendo, succederà che non si parli altro che della vergogna. Mentre chi avversa queste manifestazioni, tra i quali i VERI reazionari, avranno gioco facile nel dire che "le manifestazioni non servono a nulla, se non a fare casino".
Scioperi e manifestazioni sono uno strumento necessario, ma oggi non si parlerà del fatto che in Spagna e Portogallo stanno bloccando, pacificamente, per la prima volta nella storia, tutta la penisola iberica, per dirne una: si parlerà del giovane di Terragona in lacrime e con la testa insanguinata. E' giusto che si parli anche di lui, così come di tutte quelle persone innocenti che sono finite in mezzo agli scontri provocati da due fattori: primo, la demenzialità di chi vuole manifestare senza voler stare con il corteo principale, ma andando a lanciare uova e sassi contro l'Agenzia delle Entrate o contro il portone di Montecitorio (e su questo mi piacerebbe davvero chiedere: "ok, hai lanciato sassi e bombe carta contro Montecitorio: cosa hai risolto, se non minare la stessa manifestazione alla quale stai partecipando?"); secondo, quei poliziotti che non sono in grado di fermarsi, e qui sarebbe bello, come poco sopra, fare alcune domande, ai dirigenti delle forze dell'ordine, una delle quali è "siamo sicuri che, oltre agli agenti, le persone messe in campo a coordinarli, siano sempre persone in grado di svolgere questo mestiere?".
Perché si parla spesso di agenti violenti e di manifestanti violenti, ma in realtà ci sono due facce della stessa medaglia, che si sposano e si incontrano in queste occasioni: esistono persone che non aspettano altro per menare le mani, sia da una parte che dall'altra. Se da una parte, però, i gruppi violenti - spesso di estrema destra e di estrema sinistra, spesso ultrà delle squadre calcistiche locali - sono per loro natura irregimentati (ma spesso al loro interno capaci di organizzarsi molto velocemente), dall'altra uno Stato dovrebbe garantire la presenza di coordinatori, sul campo, in grado di gestire davvero gli uomini che hanno a disposizione.
Non voglio entrare nel merito di infiltrazioni o volontà più o meno politicamente strumentali di far fallire una determinata manifestazione, perché sono convinto che si debbano esporre i concetti dei quali si hanno prove certe ed esperienza diretta. Ho partecipato a manifestazioni, scontri, conosco agenti della Digos e attivisti politici e non mi sono mai risparmiato nel parlare con nessuno, quindi ho una visione delle cose che tenta di essere più logica possibile.
Il fatto, triste, è che forse questo "gioco" della violenza, che da ieri è diventata "senza frontiere", fa comodo a tutti: ai politici di ogni fazione, che così possono prodursi nella solita fraseologia ipocrita; ai produttori di sdegno online, che hanno materiale nuovissimo da far girare, a volte anche a distanza di anni, e probabilmente molti non hanno mai visto una manifestazione dal vivo; ai giornali stessi, che vendono di più, perché la violenza tira; a volte anche ai promotori delle manifestazioni, che possono accusare a loro volta i media di non coprire adeguatamente; alle teste calde con o senza divisa.
Il fatto, triste, è che siamo scimmie con le scarpe.
Francesco Lanza | @bedrosian
Eurostrike 14N among protests and violence: it's a knockout
Yesterday, November the 14th, was the international strike day of unions, that has involved half of Europe: Italy, Spain, Greece, Portugal and Ireland, have seen an important mobilitation of all social categories striken by the tears and blood politics. This time around, the duo of protest and violence has had much more eco than usual. Including on social networks.
If we look at the tweet analysis done by The Fool for Intervistato.com, we see how yesterday's day translates into graphics, numbers and hashtags.
Engagement
This is the general scenario for the Engagement by hashtags during the day: #14N was monitored from 1.00 a.m. of November the 14th to 9:34 a.m. of November the 15th.
Almost 23.000 tweets, more than 8.000 unique users, a peak of 75 tweets per minute and a total of 57 milion impressions, so timeline visualizations of the hashtag itself.
Timeline
The timeline has occupied the entire day: since it was a manifestation that involved students and professional categories, we have in general a high number of tweets, with peaks during the morning and in the first part of the afternoon. The hashtag has had a long tail, that has gone decreasing during the night.
Most active users
The graphic of the most active users, most popular and with most impressions, give us further considerations: the most active user, apart from the newspapers and institutional accounts, was @paoloxl, who has posted a high number of tweets during the entire day, aggregating a lot of photographic content in his tumblr. Second @uni_common, a cultural protest movement born during the Gelmini era with the "Book Block". Third we find an official information organ, the Huffington Post Italia, but there are also many common users in the list, indicating how the event has been followed and discussed by all kinds of users.
Most popular users
Among the most popular users (users that have most mentions in the analyzed tweets), there are quite a few newspapers, politicians and institutions. In particular having @youtube at the top of that list means that, beyond the usual photographic content, yesterday a lot of videos have been published as well. Filming and sharing live is more and more a journalistic and information tool for the crowds.
Users with most impressions
This graphic shows the impressions, the number of posts of a given user, multiplied by his followers. Il Fatto Quotidiano, particularly careful about the protest topic, has given a coverage that has had a lot of amplification. Given the distance from the other users, it is clear that the newspaper has invested quite a lot in the coverage of the event, much more than others.
Tag Cloud
Hashtag and keywords tell a long story about yesterday's tweeted day. On the hashtags, not many surprises: #14N was the first of a series of derived tags, among which the localized Italian #14Nit, that had a large presence, surrounded by a series of hashtags of the cities where the protests were held.
The most interesting and full of considerations, is the keyword tag cloud: police, procession, square, charges, today, Europe.
It's interesting to see how the sensation of an entire day is enclosed in an image, the European aspect of the protest, the topics that have been most discussed: again the consequences of the protest, and not its reasons. We must look with a magnifying glass for the words "hours", "cuts", "right", "workers". "Crisis" is even smaller than the "eggs" thrown by some protesters.
Francesco Lanza | @bedrosian
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