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— Il Triste Mietitore (@TristeMietitore) 08 maggio 2013
mercoledì 2 gennaio 2013
Che cos'è la #socialtv? E' un' #mistero.
La notte della mancata fine del mondo, quella dei Maya volgarmente detta, è andato in onda lo scontro titanico della social tv: da una parte c'era Master Chef, prodotto made in Sky, e Servizio Pubblico di Santoro, seguitissimo su Twitter. Chi ha vinto alla fine? Ha vinto #mistero. Il giorno dopo i guru della social tv erano quasi tutti muti. C'era da aspettarselo.
Masterchef è un reality made in Sky, gente che sa fare tv e social tv, basta guardare l'apparato di X-Factor, che ha dimostrato che non basta un hashtag, sicuramente bisserà il successo dell'anno scorso anche in termini social.
Servizio Pubblico è una creatura della ditta Santoro&C., gente che la social tv non la sa fare, visto l'uso di Facebook l'anno scorso e l'operazione Partito Liquido con Liquid Feedback quest'anno. Santoro, che nonostante tutto continuo sempre a stimare, e Marco Travaglio, che nonostante le sue qualità continuo a non stimare, non si curano di Twitter, hanno un atteggiamento di persone che dicono ancora espressioni tipo "Il popolo della rete".
Poi c'è Mistero, una trasmissione che ha avuto il suo successo quando Daniele Bossari, che sembra un bambino con la barba alla prima comunione, ha, diciamo, preso in mano la conduzione. Mistero tratta di misteri, dal poltergeist alle scie chimiche, passando per i Maya. Mistero non è trash, è diverso, ma è qualcosa che fa ridere enormemente per le cose messe in campo. La puntata sulla fine del mondo è stata imbarazzante e molto divertente, con tutti gli ospiti che ripetevano come la profezia Maya o era una stupidaggine o era stata male interpretata, mentre Bossari continuava a chiedere di terremoti e altre calamità alla redazione in studio. Chiudiamola qui.
Il giorno dopo i commenti, che di solito abbondano, erano scarsi. Perchè? Io parto da una considerazione, per parlare di social tv, oggetto suscettibile di tante interpretazioni, si dovrebbe conoscere cos'è la tv. Prendo in prestito un claim usato per una campagna mondiale sul social media marketing: Se vuoi occuparti di social tv e la tv nella vita l'hai solo guardata, lo stai facendo male.
Molti storceranno la bocca, ma sembra che il mio sia diventato un vizio. Questo vale soprattutto quest'anno nel quale nel nostro paese c'è stato un forte ritorno della tv, primo fattore l'aumento degli utenti delle tv satellitari e on demand, e le riprese degli ascolti per il tg1 post Minzolini e del Tg4 post Fede che sembravano deceduti - era su Repubblica di qualche giorno fa. Sta di fatto che la social tv sta aiutando la tv, anche quella tradizionale e generalista, con gente che si scambia opinione su ogni cosa, anche su cose che non vedrebbe mai, o che non confesserebbe mai di vedere, ma questo è l'engagement, cioè la capacità di coinvolgere i propri utenti. Questo però in pochi casi è organizzato dalla produzione, a parte alcune esperienze di Sky, ma piuttosto è fra gli utenti stessi. In realtà la tecnologia c'è già, fatta da Smart Tv e dalle prossime piattaforme Google Tv e Apple Tv, quello che manca sono i contenuti e i linguaggi.
Mi dispiace dirlo ma non sarà questa nuova pletora di esperti web a fare questa rivoluzione, come in realtà non la sta facendo negli Stati Uniti, dove la social tv è avanti, ma dove stanno realizzando contenuti nuovi apprendendo le lezioni che vengono delle innovazioni dei linguaggi narrativi degli ultimi 15 anni. Quello che vedo sono continue analisi di numeri ma pochissime di sentiment e molte poche proposte. Si vola basso e sarà ancora più basso se non si torna al design e alla progettazione dei contenuti. Il rischio? Un'altra sbronza social che passerà.
Simone Corami | @psymonic
What is social tv? It's a mystery
The night the world was supposed to end, commonly known as the Mayan night, was also the night of the titanic challenge of social tv: on the one side with Master Chef, a product made in Sky, and Servizio Pubblico by Santoro, very followed on Twitter. Who won? Mistero. The day after, all the social tv gurus were silent. It was to be expected.
Master Chef is a made in Sky reality, a place where people are capable of doing tv and social tv, just look at the X-Factor apparatus, and has proved that it's not enough to make up a hashtag, and it will surely repeat last year's success in terms of social engagement.
Servizio Pubblico is a creature of the Santoro&C., people who can't do social tv, given the use of Facebook last year and the operation Liquid Party with Liquid Feedback this year. Santoro, who I continue to esteem nevertheless, and Marco Travaglio, who in spite of his qualities I continue to not esteem, don't care about Twitter, and have the behavior of people who still use expressions such as "the people of the web".
And then there's Mistero, a show that has had its success when Daniele Bossari, who looks like a child with a beard at his first communion, has, let's say, taken the reins of the conduction. Mistero treats misteries, from poltergeists to chemical paths, and Maya. Mistero isn't trash, it's different, but it's something that makes you laugh terribly for the things that are put in the field. The episode on the end of the world was embarassing and very funny, with all the guests repeating how the Maya profecy was either nonsense or ill interpreted, while Bossari continued to ask about earthquakes and other calamities to the redaction in the studio. Let's just close it here.
The following day the comments, that are usually incredibly numerous, were scarce. Why? I'll start from a consideration, to talk about social tv, an object that can be interpreted in many ways,
Il giorno dopo i commenti, che di solito abbondano, erano scarsi. Perchè? Io parto da una considerazione, per parlare di social tv, oggetto suscettibile di tante interpretazioni, si dovrebbe conoscere cos'è la tv. Prendo in prestito un claim usato per una campagna mondiale sul social media marketing: Se vuoi occuparti di social tv e la tv nella vita l'hai solo guardata, lo stai facendo male.
Molti storceranno la bocca, ma sembra che il mio sia diventato un vizio. Questo vale soprattutto quest'anno nel quale nel nostro paese c'è stato un forte ritorno della tv, primo fattore l'aumento degli utenti delle tv satellitari e on demand, e le riprese degli ascolti per il tg1 post Minzolini e del Tg4 post Fede che sembravano deceduti - era su Repubblica di qualche giorno fa. Sta di fatto che la social tv sta aiutando la tv, anche quella tradizionale e generalista, con gente che si scambia opinione su ogni cosa, anche su cose che non vedrebbe mai, o che non confesserebbe mai di vedere, ma questo è l'engagement, cioè la capacità di coinvolgere i propri utenti. Questo però in pochi casi è organizzato dalla produzione, a parte alcune esperienze di Sky, ma piuttosto è fra gli utenti stessi. In realtà la tecnologia c'è già, fatta da Smart Tv e dalle prossime piattaforme Google Tv e Apple Tv, quello che manca sono i contenuti e i linguaggi.
Mi dispiace dirlo ma non sarà questa nuova pletora di esperti web a fare questa rivoluzione, come in realtà non la sta facendo negli Stati Uniti, dove la social tv è avanti, ma dove stanno realizzando contenuti nuovi apprendendo le lezioni che vengono delle innovazioni dei linguaggi narrativi degli ultimi 15 anni. Quello che vedo sono continue analisi di numeri ma pochissime di sentiment e molte poche proposte. Si vola basso e sarà ancora più basso se non si torna al design e alla progettazione dei contenuti. Il rischio? Un'altra sbronza social che passerà.
Simone Corami | @psymonic
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