Qualche giorno fa abbiamo intervistato Virginia Jukuki, ideatrice del progetto Be Hobo.
Innanzitutto abbiamo chiesto a Virginia come è nato il progetto Be Hobo, e qual è il suo obiettivo: si tratta di un'idea nata da una chiacchierata con amici, dato che in questo periodo molti artisti hanno problemi lavorativi ed economici, e - sebbene in alcuni casi il lavoro ci sia - la stabilità economica è un miraggio ancora lontano.
Virginia ha pensato così di realizzare un progetto che potesse parlare della crisi economica attuale in maniera ironica, scherzandoci sopra, che attirasse l'attenzione in modo provocatorio sulle reali difficoltà create dalla crisi. All'inizio le prime frasi vennero ideate da Virginia stessa in collaborazione con Francesco De Collibus, ma ora il progetto è aperto ai collaboratori, che possono creare i propri messaggi e i propri cartelli.
Oggi si è concluso il contest "Sono così povero che...", un contest organizzato per raccogliere messaggi provocatori che possano dare l'idea della situazione attuale in chiave ironica. Tutti possono partecipare inserendo la propria frase, che verrà poi pubblicata su Facebook e sottoposta a votazione popolare. I vincitori riceveranno una tazza un cartello Be Hobo, per poter iniziare a elemosinare con stile.
Abbiamo chiesto a Virginia se il progetto ha un obiettivo commerciale oppure di provocazione sociale: a suo avviso Be Hobo non è né l'uno né l'altro, e qualsiasi tentativo di ridurlo in schemi non farebbe altro che sminuirne la purezza iniziale. Tuttavia, per poter sostenere il progetto e fare altre iniziative, molto probabilmente verranno messi in vendita alcuni oggetti brandizzati, come tazze e cartelli.
Da quando ha creato il progetto, Virginia non ha mai pensato a come portarlo avanti, ma ci sono già delle idee e degli eventi in arrivo: innanzitutto una mostra a Pescara il 14 Febbraio, dove ci sarà un angolo Be Hobo e una postazione per mendicare. Inoltre vi saranno anche nuovi cartelli d'autore - il primo è già stato creato da Valerio Evangelisti - e altri testimonial.
Il progetto non ha la pretesa di trovare una soluzione: quello che si cerca di fare è comunicare una situazione di disagio in maniera leggera e provocatoria. Se qualcuno vuole partecipare al progetto e portare le sue idee, può mettersi in contatto con Virginia attraverso il sito oppure attraverso Facebook: qualsiasi contributo è più che benvenuto.
A metà Marzo probabilmente si terrà a Milano il Be Hobo Day, un'occasione di incontro e condivisione, durante la quale sarà possibile "mendicare" sulle strade di Milano e aumentare la consapevolezza intorno alle attuali conseguenze della crisi economica.
Vi invito a visionare l'intervista integrale, ben più ricca di questa mia breve sintesi.
Maria Petrescu | @sednonsatiata
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