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lunedì 25 febbraio 2013

#Elezioni2013: l'Italia che verrà



"E quindi l'appello che io faccio ai giovani è questo: di cercare di essere onesti, prima di tutto: la politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c'è qualche scandalo. Se c'è qualcuno che da' scandalo; se c'è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato!"

Mi era impossibile non iniziare questo post con una breve citazione di Sandro Pertini. Mi era impossibile perché ieri, il primo giorno di questa ennesima tornata elettorale, cadeva, per un gioco della storia, l'anniversario della sua morte.

Mi era impossibile perché quelle, come tante altre sue parole sono più che mai attuali. Perché oggi come ieri la disoccupazione e la disillusione giovanile impera e la politica, ancora, non impara. Perché nel prossimo parlamento siederanno tanti giovani che, mi auguro, siano seme sano piantato per un buon futuro.

Nonostante le belle parole iniziali però c'è da annotare la cronaca politica, anzi, elettorale di queste ore. Partendo dai dati pervenuti sull'affluenza alle urne che pare aver subito una flessione rispetto al 2008. Non è un segnale bellissimo. C'è chi propende ad attribuirne le cause al mal tempo - è la prima volta che si vota in inverno- ma il motivo reale è quasi certamente da ricercare nella sfiducia in questa politica e nella mancanza di prospettive lasciata sul campo da una delle campagne elettorali più deludenti e prive di contenuti degli ultimi anni.

Nelle ultime ore abbiamo assistito a tutto e di più e a nulla di diverso da quanto ci aveva accompagnato negli scorsi mesi. Con un Berlusconi che, dimostrando per l'ennesima volta la totale mancanza di rispetto per le regole è venuto meno al silenzio elettorale, a poche ore dal voto. Silenzio interrotto per lanciare l'ennesimo attacco alla magistratura accomunata per l'ennesima volta ad una cricca di mafiosi, anche peggio. Un Berlusconi che riesce a farsi contestare (dal movimento femminista Femen) anche al seggio nell'esercizio del voto. Episodio che chi vi scrive ritiene inutile e fuori luogo in questo caso e che tutto sommato lascerà la sua mediocre traccia sbiadita negli annali.

Abbiamo assistito alla ingombrante pochezza di alcuni elettori che, come la politica insegna da anni, hanno ben pensato di contravvenire ad alcune basilari regoline: tipo non fotografare e pubblicare nell'universo web il voto appena espresso. E poco importa il fatto che siano del M5S (gli stessi che in molti casi, e non discuto la buona fede, si sono dannati a motivare la loro salivazione perché, gli era stato detto, era il magico strumento per attivare la matita copiativa in modalità antibroglio - racconta la vicenda molto bene Carlo Gubitosa qui), quello che importa è l'atto, l' arroganza che non è, mi dispiace dirlo, prerogativa degli appartenenti al movimento, ma distintivo ormai da anni di una società (di una parte di essa quantomeno) che poi per un ventennio ha dimostrato la sua natura anche sulla base delle scelte politiche.

E' un paese che ha ancora molta strada da fare. Siamo una Repubblica tutto sommato giovane all'interno di una comunità europea ancor più giovane. L'auspicio è quello, sempre lo stesso: prima o poi impareremo dai nostri errori. Ma il tempo a disposizione è quello che è ormai. E il rischio di fare traversa e finire fuori dai giochi è alto.

Pertini, che citavano all'inizio, trova ampio spazio nelle sue parole per i giovani a cui chiedeva di difendere quelle posizioni che loro, la sua generazione, aveva conquistato. Chiedeva di difendere la Repubblica e la democrazia. Quegli stessi giovani che oggi che che se ne pensi, dimostrano di avere una gran sete di democrazia e partecipazione politica, sociale, civile, ma che oggi sono tagliati fuori da una società che fatica ad integrarli, a trovare lo spazio per investire sul futuro. Dall'istruzione, di cui si attende sempre una esemplare ristrutturazione degna di un paese civile, al mondo del lavoro che oggi non lascia loro aperta nessuna porta. Nemmeno quando si tratta della democratica partecipazione al voto, diritto dovere sancito dalla costituzione. Lo abbiamo visto nel caso degli studenti erasmus costretti ad inscenare una elezione di protesta per far sentire la loro voce.

E' in questo panorama, tra disillusione e acqua alla gola, necessità di cambiamento e lungimiranza che tra ieri e oggi sceglieremo chi dovrà governare nel prossimo futuro questa "ragazza in coma", nella speranza che non sia irreversibile.

Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83


Elections 2013: the Italy that will be

"So the appeal to young people is this: try to be honest, first of all. Politics must be done with clean hands. If there's a scandal, if there's someone who makes scandal, if there's someone who uses politics for personal, dirty interests, then they must be condemned."

It was impossible for me not to start this post with a short quotation by Sandro Pertini. It was impossible because yesterday, the first day of this new elections round, was - for a strange game of history - the anniversary of his death.

It was impossible because those words, like many others he uttered, are more than ever current. Because today as yesterday unemployment and youth disillusion are kings and politics, once again, doesn't learn. Because in the future Parliament there will be many young people who, I hope, will be a healthy seed planted for a good future.

In spite of the nice initial words we must take note of the political chronicle, or elections chronicle of these hours. Starting with the data on the percentage of voters, which seems to have suffered a diminishing trend in comparison with 2008 (even though we'll have to wait for the closing of the votations to have a good scenario). It's not a good sign. Someone tends to give the responsibility to the bad weather - it's the first time we vote in winter - but the true reason is almost certainly to be found in the lack of trust in this politics and the lack of perspectives left behind by one of the most disappointing and empty election campaigns of the last few years.

During these hours we've seen everything, and nothing different than what had accompanied us during the last months. With a Berlusconi who, proving for yet another time that he has ne respect for rules, has broken the elections silence, just a few hours from the votation. A silence broken to launch another attack to the judges, which has been compared again to a group of mafia men, or worse. A Berlusconi who manages to get contested (by the Femen femminist movement) even outisde a voting section. An episode which who is writing believes is useless and tasteless and that will probably leave a mediocre trace in history books.

We've assisted to the uncomfortable mediocreness of some voters who, as politics has been teaching for years, have thought it would be a good idea not to respect a few basic rules: like not to photograph and publish their vote online. And it doesn't matter that they're from M5S (the same ones who have stimulated their saliva production because that supposedly was the magical tool to activate the pencil they were given to vote), what matters is the act, the arrogance which isn't - and I'm sorry to say this - a prerogative of those following the movement, but distinctive of a society which for 20 years has proven its nature even with its political choices.

Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83

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