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giovedì 7 febbraio 2013

La lotta alla #mafia è una cosa seria



Contraffazione, narcotraffico, tratta di essere umani, reati ambientali, appalti e, crimine che sta emergendo negli ultimi anni, anche traffico di opere d'arte.

Il quadro tracciato dalla Direzione nazionale antimafia nella relazione relativa al 2012 è una fotografia cruda, e preoccupante, del panorama della criminalità organizzata in Italia. Più di 800 pagine che raccontano di un'Italia capovolta, con le mafie che, non accontentandosi del profondo radicamento nel Sud, hanno cercato negli ultimi anni di spostarsi, segretamente e senza farsi notare, nelle regioni del Nord Italia investendo capitali sporchi in attività lecite grazie, soprattutto, alla complicità della zona grigia. Cioè tutti quei personaggi, imprenditori, politici, professionisti che hanno aiutato la criminalità organizzata a piantare le sue radici nei fertili terreni del Nord e a crescere indisturbata.

Infiltrazioni, insediamenti e radicamento, sono le tre fasi della presenza delle mafie in regioni e territori diversi da quelli dove hanno avuto origine. Secondo la relazione della Dna la mafia,
soprattutto la 'ndrangheta calabrese, è radicata al Nord in Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna mentre a forte rischio è il Lazio e sono pericolosi gli insediamenti nelle regioni del Nord Est e del Centro, come l'Abruzzo del post terremoto. Un capitolo della relazione, infatti, è dedicato alle infiltrazioni della criminalità organizzata proprio negli appalti della ricostruzione.

E neanche l'arresto del boss Michele Zagaria, cassiere del clan dei casalesi, ha sconfitto definitivamente la camorra, si legge nelle 840 pagine della Dna. “La fine della latitanza di Michele Zagaria – si legge - assume un significato di straordinario rilievo e costituisce un evento importantissimo anche per ciò che concerne la definizione attuale e futura dei complessivi assetti criminali, non sembra però che ad essa debba ascriversi addirittura la fine del clan dei Casalesi per come lo abbiamo conosciuto almeno negli ultimi venti anni”. La camorra è ancora forte, anche dopo l'arresto negli ultimi giorni di Carmine Schiavone, attuale reggente del clan e figlio di Francesco Schiavone, detto Sandokan.

Diverso il discorso, invece, per Cosa Nostra che, secondo i magistrati della Direzione nazionale antimafia, è in una fase di transizione. La mafia siciliana è ancora fortemente radicata nel territorio ma è in cerca di nuovi capi. Un'ampia parte della relazione è infine riservata alla 'ndrangheta, considerata la più pericolosa criminalità organizzata, capace di essere autonoma, unita, e di infiltrarsi nelle amministrazioni del Sud e del Nord Italia.

A firmare la relazione della Dna è stato il procuratore capo Pietro Grasso, per l'ultima volta. Grasso, infatti, nelle prossime elezioni sarà candidato come capolista nel Lazio al Senato per il Pd. Ma al di là dei risultati delle elezioni a tutti quelli che siederanno sui seggi di Camera e Senato l'appello è di lavorare, insieme, per non disperdere il lavoro delle procure e delle antimafia di tutta Italia e portare avanti, concretamente e senza false illusioni, delle leggi che
mirano a combattere la criminalità organizzata e la corruzione.

La lotta alla mafia è una cosa seria, non sia solo propaganda elettorale.

Gerardo Adinolfi | @gerryadi


The fight against organized crime is a serious matter

Counterfeit, drug traffic, human being traffic, environmental crimes, bribes, and lately, even artistic works traffic.

The situation described by the National Direction against Organized Crime regarding the year 2012 is a cruel, worrying photograph of the current situation of organized crime in Italy. More than 800 pages that tell the story of an upsidedown Italy, with the mafias that - not satisfied enough with the profound presence in the South - have tried during the last few years to move, secretly and without being noticed, in the regions of the North, investing dirty money in legitimate activities thanks to the complicity of the grey area. Which is made of all those people, entrepreneurs, politicians and professionals who have helped the organized crime to plant its seeds in the fertile territories of the North, and grow undisturbed.

Infiltrations, settlements and rooting, these are the three phases of the presence of mafias in regions and territories different from the ones they originate in. According to the report of the DNA the mafia, especially the Calabrian 'ndrangheta, is settled in the North in Lombardy, Piedmont, Liguria and Emilia Romagna, with a great risk for Lazio and dangerous settlements in the regions of North East and Center, such as the post earthquake Abruzzo. One chapter of the report, in fact, is dedicated to the infiltrations of organized crime in the reconstructions contracts.

Not even the arrest of boss Michele Zagaria, who handled the money of the Casalesi clan, has defeated definitely the camorra, we read in the 840 pages of the Dna. "The end of Michele Zagaria's time as a fugitive - we read - has a great significance and constitutes an important event for what concerns the current and future definition of the criminal complexive assets, but it doesn't seem like it will mean the end of the Casalesi clan as we've known it in the last twenty years." The camorra is still strong, even after the arrest of Carmine Schiavone, current regent of the clan and son of Francesco Schiavone, nicknamed Sandokan.

A different matter for Cosa Nostra, which, according to the judges of the Antimafia National Direction, is in a phase of transition. The Sicilian mafia is still strongly radicated in the territory, but is in search of new bosses. A wide part of the report is reserved to the 'ndrangheta, considered to be the most dangerous of organized crime forms, capable of being autonomous, united, and to infiltrate in the administrations of the South and North of Italy.

The judge who signed the DNA report was Pietro Grasso, for the last time. Grasso will infact be candidated at the upcoming elections as the head of the list in lazio at the Senate for PD. But beyond the results of the elections, the call is for all those who will sit in Parliament, to work together, in order not to waste the hard work of the antimafia teams on the entire territory, and bringing forward, concretely and without false illusions, laws that aim to fight organized crime and corruption.

The fight against the mafia is a serious thing, let's not make it just elections propaganda.

Gerardo Adinolfi | @gerryadi

1 commento :

Gustavo Gesualdo ha detto...

Questa è una vera bomba: la casta dei politici italiani ha sempre dimenticato di punire il comportamento mafioso, nel totale silenzio di uno stato mafioso!
Quando faremo finta di contrastare le mafie in Italia, sarà sempre troppo tardi.
Avete sentito parlare nelle consultazioni per il nuovo governo della eliminazione delle mafie?
Semplicemente, non ne parlano, così il problema non esiste.
Ma il problema grave e serio è che lo stato italiano rifiuti di perseguire il reato di comportamento mafioso:
vergogna!
http://www.ilcittadinox.com/blog/art-27-costituzione-la-responsabilita-penale-e-personale.html
Gustavo Gesualdo
alias Il Cittadino X

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