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venerdì 1 marzo 2013
La #cultura non ce l'ha fatta
Ieri sono entrato in una libreria, e mi sono perso. Uno smarrimento felice, non di quelli che ti costringono a cercare la strada di casa, o a tentare di buttar giù, senza successo, due parole nella lingua del posto agitando le mani, come a dire, “ma come fai, tu, a non capirmi”.
Perdersi tra gli scaffali, respirare il profumo dei libri, vagare senza meta tra i settori: narrativa, poesia, saggistica, letteratura straniera. Quando mi sono reso conto di quanto tempo era trascorso mi sono accorto anche di avere quattro libri in mano, ognuno, a suo modo, importante. Libri che mi avevano scelto, e non io loro, che erano balzati alla mia vista distinguendosi tra tanti simili. Non meno importanti, ma soltanto non adatti in quel momento. Magari passi decine e decine di volte davanti a “quello” scaffale in cerca di “quel” libro ma lui sbuca all’improvviso, quando sente che il momento è adatto. E farà finta che sia tu ad averlo scelto, lasciandoti la facoltà di raccontare agli amici: “Ho scoperto proprio un bel libro”, quando invece è stato lui a lasciarsi scoprire. Dovrebbero dedicare una giornata alla bellezza senza tempo delle librerie. Organizzarci gite con le scuole, portarci i bambini fin da piccoli per abituarli. E invece, le librerie, chiudono.
Mortificate dall’immediatezza degli store online, schiacciate tra affitti troppo alti e cali nelle vendite, vittime della stretta creditizia e delle grandi catene che hanno tutto, e attirano tutti. Le librerie chiudono, in Italia e non solo. Negli Stati Uniti Barnes & Nobles chiuderà un terzo delle librerie nel prossimo decennio. Nel nostro paese la situazione è forse anche peggiore. A Milano, già nel 2009, aveva chiuso la storica libreria Porta Romana, dopo 32 anni di attività. A Firenze, in sei mesi, sono state chiuse la libreria del Porcellino, la Marzocco, la Edison e, da fine maggio, anche la Libreria dei Servi.
Tutti colpiti dallo stesso virus, dalla stessa malattia senza vaccino e che solo lo Stato, con sgravi fiscali e vantaggi anche per le piccole librerie, potrebbe arginare. «Siamo andati controcorrente aprendo in un periodo di crisi - ha raccontato a Repubblica Firenze Massimiliano Chiari, il titolare della Libreria dei Servi di Firenze che chiuderà dopo solo tre anni e mezzo di attività - Siamo stati anacronistici ma speravamo di farcela. E invece.»
E invece, ancora una volta, la cultura non ce l’ha fatta.
Gerardo Adinolfi | @gerryadi
Culture didn't make it
Yesterday I entered a library and I got lost. A happy kind of confusion, not the one that makes you search for your way home, or try to write, unsuccessfully, two words in another language waving the hands.
Get lost among the shelves, breathe the smell of books, wander around the different sections: narrative, poetry, foreign literature. When I realized how much time had gone by, I also realized I had four books in hand, each of which important in their own way. Books which had chosen me, and not I them, books which had come to my attention among many other similar ones. Not less important, but only not right for that moment. Perhaps you may walk dozens of times in front of that shelf looking for that book, but it comes out suddenly, when it feels the moment is right. And it will pretend it was you to choose it, giving you the possibility to tell your friends: "I discovered a great book", when it was actually the book who let itself be discovered. They should dedicate a day to the timeless beauty of libraries. Organize school trips, take kids to get them used to the environment. But libraries close.
Mortified by the speed of online stores, by rents that are too high and sells that don't go very well, victims of the credit and of the great chains that have everything and attract everyone. Libraries close, and not only in Italy. In the USA, Barnes & Noble will close one third of its libraries in the next decade. In our country the situation is maybe even worse. In Milan, already in 2009, the historical library Porta Romana had closed, after 32 years of activity. In Florence, in a matter of 6 months, the Porcellino, Marzocco, Edison and Libreria dei Servi have all closed the doors.
All hit by the same virus, by the same disease without a vaccine and that the State alone, with fiscal help and advantages for small libraries as well, should stop. "We've gone against the tide by opening in a time of crisis - Massimiliano Chiari, the owner of the Libreria dei Servi in Florence which will close after only three years and a half of activity said to Repubblica - we've been anachronistical but we hoped to make it. But."
But, once again, culture didn't make it.
Gerardo Adinolfi | @gerryadi
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