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Berlusconi: "Presidente della Convenzione? Solo una battuta". Come quando prometteva un milione di posti di lavoro ed il rimborso dell'IMU.
— Il Triste Mietitore (@TristeMietitore) 08 maggio 2013
domenica 14 aprile 2013
#Comizidamore: allarme xenofobia, nonostante @LauraBoldrini
Il refrain è il solito: «prima gli italiani!» ed è il classico slogan xenofobo, dettato spesso da una acuta disperazione, rinfocolato dalle destre rozze e irresponsabili, che soffiano sul fuoco della crisi per acquisire consenso con estrema facilità.
Uno slogan rivolto, in questi giorni, soprattutto a Rom e immigrati, bersagli mobili per ogni frustrazione della società. Due episodi mi hanno colpito, negli ultimi giorni: le schifose polemiche riguardanti la neo Presidentessa della Camera, Laura Boldrini, e il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.
La prima è, incredibilmente, «accusata» di essersi occupata solo dei disperati sparsi in ogni zona dimenticata del mondo e non dei disagiati italiani (come se aiutare esseri umani con una origine diversa, fosse meno apprezzabile). Il secondo, Pisapia, è stato accusato da "Libero" di voler spendere 700mila euro per 20 prefabbricati destinate a famiglie di etnìa Rom, per il piano nomadi del Comune di Milano. Una balla colossale, ovviamente. Perché il piano del Comune prevede lo sblocco di fondi statali ed europei, destinati proprio all'integrazione delle etnìe nomadi nelle nostre città.
Eppure, quello slogan tanto efficace, dimostra di essere - come ogni slogan razzista - privo di fondamento. Perché se pensiamo alle mitiche case popolari (quelle poche abitabili e costruite fin qui, dopo un ventennio di rallentamento dell'edilizia pubblica), solo il 10% di esse, in media, è destinato a famiglie extracomunitarie. E i tanto vituperati Rom e Sinti? Beh, i primi sono composti da una popolazione molto giovane e l'80% di essi possiede la cittadinanza italiana. I secondi, dopo migrazioni di centinaia d'anni e migliaia di chilometri, vivono stabilmente nella nostra Penisola dalla metà del 1400. Dunque, possiamo affermare - senza possibilità di smentita - che Rom e Sinti sono italiani come e più dei vari fascistelli che affollano il web e le nostre città sempre più intolleranti e violente. E comunque, la nostra Costituzione è chiarissima in merito: lo Stato deve garantire eguali diritti ed opportunità a tutti i suoi cittadini, senza alcuna discriminazione. Ergo, i servizi sociali vanno erogati a chi più ne ha bisogno, italiano o straniero che sia.
Affermate queste pure e semplici verità, è bene dire che questa crisi economica sta falcidiando anche la nostra civiltà, mettendoci gli uni contro gli altri. Per un tozzo di pane, in preda alla disperazione, diventiamo belve feroci privi di ogni ragionevolezza. E allora il nemico non è più il grande evasore, il corruttore o il corrotto, le grandi banche e la finanza, ma l'immigrato, il Rom, un emarginato come e più di noi. Un soggetto semplice da bersagliare con la propria disperazione e la propria frustrazione. Ecco che a ragionare non è più il cervello, ma il basso ventre.
Come al solito, l'unica via d'uscita possibile è rappresentata dal ruolo della politica: serve alleviare certe tensioni cercando di dare soluzioni che aiutino tutti, senza favoritismi né discriminazioni di sorta. Perché bianco o nero, slavo o italiano, il sangue che scorre nelle nostre vene è sempre rosso, quello umano.
Fabio Nacchio | @NorthernStar88
Discrimination and xenophobia in spite of Boldrini
The refrain is the usual one: "the Italians first!" and is the classical xenophobical slogan, often dictated by an acute despair, nurtured by the irresponsible, rough right wings, which blow on the fire of the crisis in order to acquire consensus with extreme ease. A slogan that is adressed, during these days, especially to Rom and immigrants, mobile targets for every frustration of the society. Two episodes have truly shaken me, during these last few days: the ugly discussions about the neo President of the Chamber, Laura Boldrini, and the mayor of Milan, Giuliano Pisapia.
The first is, incredibly, accused of dealing only with the desperate people around the world and not with the Italian people who have problems (as if helping human beings who have different origins is to be appreciated less). The second, Pisapia, has been accused by "Libero" of wanting to spend 700.000 euro for 20 homes destined to Rom families, for the nomade plan of the City of Milan. A colossal lie, obviously. Because the plan of the City requires the access to state and European funds, which are destined to the integration of nomade ethnicities in our cities.
And yet, this slogan that is so effective, proves to be - as every racist slogan - without fundament. Because if we think at the popular houses (the few ones that can be used and built until now, after twenty years of slowing down of public building), only 10% of them, on average, is destined to foreign families. And the Rom and Sinti?
The first want to reopen the game definitely, creating that political box that can mix the leftwing identity and the indispensable governmental vocation, which allows the political activity to be more than a mere act of testimony; the latter, at least the part that is more on the left, feel more and more the need to get rid of that Renzi connected left, which is growing more and more uncomfortable at an ideologic and strategic level.
Because, let's not hide it: this country is how it is because during the last few years the left wing has been absent. The left wing that was there and that is here now, has always been divided between the fake reformist and the elitary, confused and irrilevant one, the so called "extreme left wing". The birth of SEL has broken this pattern and during these last two years and a half we've seen a real change: in cities like Milan, Cagliari, Rieti, Genua and in regions like Puglia, SEL has been capable to overthrow the great PD and elect as heads of these cities and that great region of the South one of its own administrators.
As always, the only way out is represented by the role of politics: we need to lighten certain tensions trying to give solutions that help everyone, without favoritisms nor discriminations. Because either white or black, Italian or not, the blood flowing in our veins is always red, the human blood.
Fabio Nacchio | @NorthernStar88
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