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sabato 18 maggio 2013

Intervistato.com | Lia Celi @liaceli



Qualche giorno fa abbiamo intervistato Lia Celi, scrittrice, giornalista e autrice televisiva italiana.


In primo luogo abbiamo chiesto a Lia che peso abbia la rete sulla libertà di satira: a suo avviso la rete concede tutte le libertà tranne quella di poter vivere di satira, rendendola il proprio mestiere. La affranca senz'altro dal fatto di essere considerata una "merce", rendendo liberi gli autori, dato che nessuno vende più il proprio talento, ma dall'altra parte non si può più farlo come mestiere e viverci.
Diventa un hobby, un lusso, e quindi figure come Michele Serra, i redattori o persino i grandi vignettisti sono figure destinate a sparire.

Per quanto riguarda la trasformazione del mestiere di scrivere, Lia ci ha raccontato che spesso le viene chiesto per quale motivo non esiste più un altro "Cuore". La motivazione è semplice: sarebbe necessario spendere di più in avvocati che in redattori, in quanto la sensibilità dei media per il politicamente corretto è diventata così suscettibile da legare e imbavagliare, di fatto, la satira.

L'unico terreno rimasto libero per sperimentare è la rete, che potrebbe essere considerata come una grande palestra dove è possibile veder sbocciare nuovi talenti. Un giovane alle prime armi, infatti, ha diritto di sbagliare: la rete permette di esprimersi con libertà, mentre fare gli stessi errori in un giornale potrebbe avere conseguenze ben più gravi. Ma Lia si definisce liberista e fiduciosa, perché un equilibrio si ristabilisce sempre: la satira del resto esiste dai tempi di Aristofane, trova sempre forme diverse, si reinventa, ma non scompare mai.

Abbiamo chiesto per quale ragione i politici italiani siano tanto recalcitranti alla satira, specialmente se colpisce le loro persone: a suo avviso il problema è culturale. Tempo fa c'erano figure di tale prestigio, che avere una vignetta dedicata era quasi una consacrazione, un simbolo di gloria, un'attestazione di esistenza nelle pagine della storia. La tolleranza nei confronti della satira è proporzionale all'esperienza e alla stoffa del politico, e infatti Giulio Andreotti non si è mai offeso, nonostante sul suo conto sia stato detto di tutto.

Il motivo per cui gli attivisti del M5S non amano la satira a loro rivolta è abbastanza simile, per certi versi: considerano se stessi come espressione di quella stessa base di cui fanno parte anche i satiri, per cui esserne presi in giro li mette tremendamente a disagio. Ma del resto la satira è un'osservazione oggettiva delle debolezze umane, e anche loro ne hanno: dovrebbero mostrarsi superiori ed accettarla. Del resto questa è la funzione storia, classica della satira: "castigat ridendo mores", addita i difetti umani per correggerli.

Il movimento ha ricevuto moltissime critiche anche per l'incoerenza riguardante la trasparenza interna: secondo Lia gli attori sono dei centauri, metà persone razionali e metà istinto, e aggiunge che avrebbe una certa paura ad affidare un grosso movimento politico ad un attore, perché quella cosa che lo rende un bravo attore - cioè la pancia -, è la stessa che fa di lui un politico inaffidabile.

Abbiamo chiesto a Lia dove trovi l'ispirazione per scrivere: a suo avviso l'ispirazione di tutte le cose è il piacere. Si fa qualcosa perché a farla si prova più piacere che a non farla, ed è il motivo che ci fa diventare tutto ciò che vogliamo. Si dice che il latino sia un'ottima ginnastica mentale, ma anche le battute aiutano a pensare meglio. La satira si basa sulla logica aristotelica, sul principio di non contraddizione, sulla filosofia, si usano le basi del pensiero occidentale.

E' un corso accelerato e molto piacevole di ragionamento, da usare in tutte le attività della vita.

Lia ci ha raccontato della sua esperienza con "Cuore", il futuro della satira, e ci ha svelato il segreto della sua incredibile prolificità creativa, quindi invito tutti a visionare l'intervista integrale, più ricca di questa breve sintesi.

Maria Petrescu | @sednonsatiata


Intervistato.com | Lia Celi

Yesterday we had the great pleasure of interviewing Lia Celi, an Italian journalist, writer and tv author.

First of all we asked Lia how it all started, and he revelead that it all began on YouTube last October, when he called Berlusconi on his birthday. Afterwards the Facebook fanpage was opened, and the Twitter channel activated. Pinuccio's language was reproposed on all mediums, but he never really gets an answer to his provocations, which says a lot on how Italian politics manages communication: one direction, no replies.

He believes that the best solution would be for each politician to personally manage his or her online presence, but the truth is that the cultural view of the Italian politician is really far away from the people. Twitter has emphasized that clearly, because they think they can do talk shows on there, not realizing that nobody's actually listening to them anymore.

We asked what satire is for him: he believes it is what it has always been, the pranking of power. The mission of satire is social, putting in light the mistakes of that particular moment, and in what ways the political power is doing it wrong. Moreover, satire should be at 360°, and not have any kind of political color, but unfortunately in Italy  - especially in TV - satire always has a color, and you notice it right away when a commedian attacks someone more violently than others.

The shift from paper to the Internet has given the possibility to change the generation of those who actually do satire, because in order to publish on certain newspapers you had to have certain friends and certain recommendations. The web allows everyone to be completely free, and this is the reason why it scares traditional media so much.

Traditional journalism is dead, because it has always been for sale to politics: there's the right wing newspaper, the left wing newspaper, the businessmen newspaper, but the dynamics of online are completely different. The users dedicate just a few minutes of attention to every single stimulus, so the goal is to make people laugh and give them the news at the same time.

The way Italian politicians approach social media is a complete failure: it's not just about quantity, like how many followers you have, or how many mentions and retweets. It's most and foremost a quality issue, when it comes down to analyzing the sentiment of those answers. Alessio estimates that 80% of the answers politicians receive online are actually negative ones, but unfortunately there are only a few analysts who will not blow smoke and will take these factors into consideration as well.

In October November, however, the elections campaign will start, and Lia Celi will participate as well with some dedicated formats. It is difficult to foresse whether the quality of the presence on social networks of single politicians will have any kind of influence on the result of the elections. Unfortunately estimating the difference from the real deal just by what happens online is complicated, and Italy is a "people of clientele", too tied up to the physical contact with the politician to actually be influenced by what happens on social networks.

Maria Petrescu | @sednonsatiata

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