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martedì 7 maggio 2013

Odiando un pochetto, che male vi fo?



Ormai appare abbastanza chiaro, pur con la dovuta cautela, che davvero il nuovo Papa sia intenzionato a modernizzare la propria Chiesa, anche, magari, con parziali ritorni alle origini.

Da parte nostra, noi laici condizionati culturalmente da questi due millenni di Papato in terra di penisola (con una vacanza in periodo avignonese), potremmo pure noi riappropriarci di qualcosa a cui avevamo dovuto rinunciare proprio a causa di tali condizionamenti. Fra tutti, una emozione eccessivamente biasimata: l'odio.

Non vi è altra emozione che sia stata tanto vituperata: anche il sesso, per dire, tanto osteggiato dalla Chiesa, viene considerato ciononostante fatalmente, orribilmente necessario per la procreazione; pur, ovviamente, con le innumerevoli limitazioni d'ordinanza.

Ma l'odio? Guai! Bisogna rinunciarvi senza eccezione alcuna, sostituendolo anzi con amore supplementare: sì, amare il proprio nemico, una specie di free climbing, uno sport estremo dell'anima.

Eppure, l'odio è una emozione molto intensa, non dovrebbe venire ostracizzata in modo così banalmente perentorio. E' contraria ma uguale all'amore: possiamo fare un paragone col ghiaccio e fuoco, le sensazioni che provocano sono molto simili, malgrado siano due opposti.

Chiaramente qui non si sta parlando della resa, della sudditanza a un odio da personaggio Shakespeariano, travolgente, ineluttabile e immarcescibile; certo che non bisogna essere schiavi, prede, come d'altronde è nocivo per un sano vivere l'amore altrettanto smisurato.
No, stiamo parlando di un odio compassato e passeggero, intenso al punto giusto, che non condizioni la vita nè di chi lo vive nè di chi lo subisce, ma che infonda quella giusta dose di adrenalina che fa sentire vivi. Un odio non attivo (non creare il male alla musa dell'odio), ma passivo (godere minutamente di qualche male estemporaneo della musa dell'odio).

Io non ho odiato moltissimo nella vita, direi due-tre volte, forse quattro. E in tutti questi casi, ho sentito la vita scorrere possente dentro di me, e in un caso forse me l'ha pure salvata.
So che molti non saranno d'accordo con questo mio punto di vista; a costoro chiedo soltanto di non odiarmi troppo. Solo un po'.

Franco Cappelletti | @francocappellet


By hating a little, what damage do I do?

It seems pretty clear, even with the due care, that the new Pope is truly intentioned to modernize the Church, even - perhaps - with partial returns to the origins.

On our side, us laicists conditioned culturally by these two millenia of Pope presence on our peninsula (with a brief vacancy during the Avignon time), we could take back something we had to give up because of this conditioning. Among all, one emotion that is way too ostracized: hate.

There is no emotion that is so vituperated: even sex, which is so condemned by the Church, is considered to be fatally, horibly necessary to procreate. With the countless limitations that come with it, of course.

But hate? No way! You need to give it up without exceptions, and substituting it with supplementary love: yes, hate your enemy, a sort of free climbing, extreme sport of the soul.

And yet hate is an extremely intense emotion, it shouldn't be ostracized in such a trivially imperative fashion. It is contrary but equal to love: we can make a similarity with ice and fire, the sensations they bring are very similar, although they are opposites.

We clearly aren't speaking about yielding, the subjection to a hate worthy of a Shakespearian character, overwhelming, ineluctable and unfading; of course we mustn't be slaves, pray, as it is unhealthy to have an equally immeasurable love.

No, we're talking about a passing, moderate hate, intense at the right point, which shouldn't condition the lives of who lives it or soffers it, but that can give that right dose of adrenaline that will make us feel alive. A non active hate, but a passive one.

I haven't hated much in life, maybe two, three, maybe four times. And in all these cases, I felt the life flow strongly inside me, and in one case maybe it even saved my life. I know many people won't agree with my point of view; the these people I only ask to not hate my too much. Only a little bit.

Franco Cappelletti | @francocappellet

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